Prima del fenomeno Altin Gün, prima della nuova sensazione psichedelica, Gaye Su Akyol, c’erano i Baba Zula. I quattro hippies dal tenero cuore rock non si erano fatti più sentire dall’ultimo acclamato album, 34 Oto Sanayi, (Do not obey), di cinque anni fa, appassionato e politicamente impegnatissimo. Ma il leader Murat Ertel, e armeggiatore ribelle di uno strumento a corde della tradizione, chiamato saz che lui suona nella versione elettrica, ha intessuto, nel frattempo, le relazioni giuste per la pubblicazione di questo Derin Derin per l’etichetta Glitterbeat. Il nuovo album si pone come un continuum nella storia musicale dei Baba Zula, che prende le mosse dalla tradizione ma resta aperta al dinamismo della loro città, senza dimenticare di tracciare le coordinate di un suono innovativo, derivato dall’incrocio del saz con l’oud di Periklis Tsoukalas, a sua volta elettrificato, e gli strumenti giocattolo di Levent Akman. Port Pass parla da sé e sembra essere fatta apposta per sturare le orecchie del tiranno Erdogan.