Il dialogo fra diverse culture, un’urgenza che negli ultimi decenni si è fatta pressante fra paura e opportunità di arricchimento, si dibatte solitamente fra due fronti. Il primo è quello di chi sostiene un azzeramento degli elementi particolari, dei simboli religiosi, di tutto ciò che può trasformarsi in occasione di conflitto, in nome di un universalismo più ateo che laico. La seconda voce è quella di chi suggerisce di temperare, nel fuoco della democrazia, le asperità, le differenze prima che diventino divergenze, con il desiderio di permettere un incontro e un dialogo aperto. RARAMENTE viene considerato un terzo versante: non...