Quello iniziato ieri è il terzo tentativo da parte di Lega e Forza Italia di affossare la legge contro l’azzardopatia in vigore, dal 2016, nella Regione Piemonte. L’Italia è uno dei 10 Paesi al mondo con il più esteso mercato del gioco d’azzardo legale. Nel 2016 il rapporto tra numero di abitanti e apparecchi fisici da gioco era pari a uno ogni 132 abitanti, a fronte di un apparecchio ogni 219 in Spagna, 298 in Germania e 373 nel Regno Unito. Secondo la relazione del 2° semestre 2019 della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) emerge che l’infiltrazione delle mafie persiste anche nel gioco d’azzardo. Il Piemonte è stata una tra le prime Regioni a inserire nella propria agenda politica misure di prevenzione e cura verso le forme di azzardopatia con la legge regionale n. 9 “per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo” volte a tutelare le fasce più deboli e vulnerabili.

Il cuore della norma del 2016, che fu votata all’unanimità dal Consiglio Regionale Piemontese (comprese tutto il centro destra), è il divieto del gioco d’azzardo a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi, chiese, ospedali, banche, stazioni ferroviarie. La norma prevede anche che i comuni possano imporre, con ordinanze locali, la riduzione degli orari di apertura. Queste regole per le slot machine sono già in vigore da 5 anni in tutto il territorio piemontese. Dal 21 maggio scorso è entrata a pieno regime anche un’altra parte della legge (che aveva lasciato, così, 5 anni di tempo per adeguarsi alla normativa) che impone il distanziamento dai luoghi sensibili anche per le sale scommesse. Secondo il rapporto del gennaio 2021 “le politiche di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte” nel 2013 in Piemonte si stimava che i volumi di gioco (eccetto i giochi online) fossero stati pari a 4.908 milioni di euro, mentre nel 2019 sono stati pari a 4.555 milioni di euro. Pertanto si è registrato un calo pari all’11% del volume di gioco, mentre nel resto nella nazione tale dato si attesta solo al -0,03%, meno di 18 milioni di euro. Per questo un fronte sempre più ampio si sta mobilitando, da mesi, per difendere questa legge.

Ad aprile scorso c’era già stato uno scontro tra le opposizioni e la Lega, maggior fautrice della proposta di cancellazione della legge, che aveva portato a una battaglia ostruzionistica con il ritiro della proposta da parte del Carroccio anche per i contrasti all’interno della maggioranza con Fratelli d’Italia contraria al muro contro muro e il Presidente Cirio che, dopo una settimana di battaglia in aula, aveva alzato bandiera bianca. Adesso con questo nuovo blitz sembra che il centro destra sia intenzionato a forzare ulteriormente regolamenti e dibattito in aula con l’utilizzo del “canguro” volto ad abbattere il (quasi) milione di emendamenti presentati dalla opposizioni, soprattutto della sinistra di Liberi Uguali e Verdi.

A difesa della legge ieri mattina fuori da Palazzo Lascaris a Torino, sede del Consiglio regionale, si è svolta una manifestazione alla quale ha partecipato anche il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, insieme a molti sindaci torinesi e piemontesi che stanno difendendo, da mesi, l’impianto della legge. Il dibattito iniziato ieri pomeriggio, ha portato gli oltre 920mila emendamenti presentati dalle opposizioni a ridursi a meno di 200, grazie a un’interpretazione dello statuto che consente alla giunta regionale di accorparli e bocciarli in blocco (il cosiddetto “canguro”, appunto), riducendo drasticamente i tempi della discussione. Emendamenti, quelli presentati dalla Lega, che secondo il capogruppo della sinistra di LUV, Marco Grimaldi, serviranno “ad accorciare di altri 100 metri le distanze fra slot e luoghi sensibili. In sostanza a due passi da scuole e bancomat”.

“Ma c’è molto di peggio” prosegue Grimaldi “con un emendamento Lega e soci stanno tentando di estendere la loro sanatoria ex post per tabaccherie e sale scommesse anche ai casi in cui siano intervenuti mutamenti di titolarità o di concessione. In sostanza non solo una sanatoria, non solo gratis, non solo retroattiva, ma anche per chi ha comprato licenze che non valevano più nulla, di attività che avevano dismesso gli apparecchi per il gioco o superato i termini della legge. Significa fare un enorme favore alla criminalità organizzata che potrebbe aver già fatto o che potrà fare shopping di vecchie licenze scadute per acquisire attività chiuse per Covid: un perfetto strumento per riciclare denaro. Il ‘Riparti Slot’ rischia di essere un black friday per la criminalità, faremo tutta l’opposizione possibile per impedirlo” conclude il capogruppo della sinistra. Nei prossimi giorni scopriremo se Cirio e la sua maggioranza, questa volta, hanno davvero intenzione di andare fino in fondo.