«Preferisco di no», richiama allo scrivano di Melville il tema scelto quest’anno per la quattordicesima edizione di Torino Spiritualità (26 – 30 settembre) e ad accompagnarne il significato un editoriale breve e acuto. A cura di Armando Bonaiuto, con ospiti che spaziano dalla poesia alla letteratura, dalla filosofia alle religioni, dalle pratiche alle scritture ibride, a levarsi dall’obiezione di Bartleby è lo sdegno per un presente disumano, in cui alla mancanza di limiti corrisponde una bramosia malvagia sulla pelle dei più deboli. Produce storture infatti il non sapere dire no, l’accettare tutto come fosse uguale o comunque indifferente perché lontano dalle proprie sicure case. Di contro scagliarsi poi con la perentorietà del rifiuto alla vulnerabilità altrui. A quel «no» è legato il male che si infligge ai viventi, senza udienza nella pubblica opinione se non per moltiplicarne l’odio. Oppure dire Adesso basta, da qui in avanti non permetterò più alcun male. «Preferisco di no» possiede dunque la forza di riconoscersi soggetti responsabili di senso. «È il più minuto tra gli avverbi, il “no” – si legge nel comunicato stampa che descrive il tema – eppure crepita di vita: è capace di destabilizzare il moto abituale delle cose, di scompaginare idee e posizioni debordando dagli schemi e sfidando gli idoli della neutralità e dell’equivalenza». Rompe gli indugi Torino Spiritualità per concludere che «qualcosa di incalpestabile esiste, e bisogna sottrarlo alla morsa del mondo». In quell’incalpestabile sta la scelta tutta politica di fare arretrare l’ambiguità, l’equivalenza e rendere l’ingiustizia che si abbatte sui nostri simili come quella che è: inaccettabile. Tra gli ospiti più interessanti: Asha Phillips, Gino Strada, la reporter israeliana Amira Hass, che vive nei territori occupati da dove ha raccontato le vite dei palestinesi. E poi ancora Mariangela Gualtieri, Erlin Kagge, Alessandro Bergonzoni e molte e molti altri tesseranno le ragioni di un no che, oggi più di ieri, è una risposta luminosa alla ingiustizia in cui sembra essere finito questo mondo. Tra gli appuntamenti più rilevanti quelli dedicati dal Concorso Lingua Madre che, coordinato da Daniela Finocchi, quest’anno prevede un dialogo tra Adriana Cavarero e Anna Maria Crispino.