Dieci morti – tre ieri, quattro l’altro ieri e tre giovedì – nell’istituto «Don Orione» che accoglie decine di pensionati, alcuni anche molto malati. Una sorta di mattanza. Una delle ospiti, che si era aggravata, è persino morta sull’ambulanza, dopo ore di attesa, per mancanza di posti in ospedale. Un uomo, di 72 anni, è poi deceduto, in macchina, in attesa del ricovero.

NELLE ULTIME ORE, la situazione ad Avezzano, a causa del coronavirus, si è fatta drammatica. Il neo sindaco, Giovanni Di Pangrazio, per l’impennata dei casi da Covid-19, ha istituito una task force comunale e ha disposto la chiusura delle scuole superiori. Istituti «serrati» fino al 13 novembre.
Nella residenza sanitaria per anziani sono, finora, stati diagnosticati 102 contagiati: 70 ospiti, 25 dipendenti, cinque religiosi e due volontari e fra questi anche il direttore della struttura, padre Vittorio Quaranta, che si trova in isolamento. L’allarme è scattato dopo che dai tamponi Asl è saltato fuori che quasi tutti avevano contratto l’infezione che si è propagata a macchia d’olio.
La struttura – ispezionata dai carabinieri del Nas di Pescara e sulla quale è adesso puntata l’attenzione della magistratura – è stata commissariata. Ma è evidente che i provvedimenti sono arrivati troppo tardi, quando il maxi focolaio era già esploso. Negli ultimi giorni la situazione è precipitata, con un lutto dietro l’altro, in una terribile sequenza, che sta facendo salire la rabbia dei parenti delle vittime. E quando Maria Giuseppa Palma, di 79 anni, originaria di Luco dei Marsi, è peggiorata e ne è stato deciso il trasferimento dalla Rsa nell’ospedale cittadino, la paziente è stata rifiutata. Si è così spenta sull’ambulanza.

ANCHE UN’ALTRA TRAGEDIA si è consumata venerdì mattina, nel centro marsicano. Davanti al piazzale del Pronto soccorso è morto Enzo Di Felice, 72 anni, pure lui di Luco dei Marsi. Era arrivato in macchina, portato d’urgenza dalla sorella e dalla moglie. Era in preda a una gravissima crisi respiratoria. L’hanno lasciato nella vettura, in coda dietro ad altri mezzi, per il controllo Covid 19 da parte del personale della tenda triage, prima dell’ingresso in ospedale. Da quanto denunciato dai familiari, era già stato rifiutato da un’altra struttura privata.
Le condizioni dell’uomo, di cui nessuno si è preoccupato più di tanto, sono a mano a mano peggiorate e non ce l’ha fatta. Solo le urla delle donne hanno smosso i sanitari che hanno poi fatto del tutto per salvarlo, inutilmente.
I congiunti hanno presentato un esposto ai carabinieri e la Procura ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia. «Le notizie che giungono da Avezzano dimostrano la totale incompetenza dei vertici regionali nel sapere organizzare la gestione dei rischi sanitari derivanti dalla seconda ondata della pandemia. Spero vivamente che la Procura accenda un faro su quello che è successo, verificando l’operato della Asl e della Regione. Presenterò un’interrogazione urgente al ministero della Salute, chiedendo anche l’invio di ispettori ministeriali», dice il deputato pentastellato Andrea Colletti (M5s). E prosegue: «In tutti questi mesi, invece di pensare alla rete ospedaliera e alla gestione della seconda ondata del virus, hanno pensato al loro tornaconto personale, alle diatribe politiche tra assessori e a fare campagna elettorale. In questo caso – conclude – campagna elettorale sui morti».