Vienna ha tirato un sospiro di sollievo, il grande temuto exploit dell’estrema destra non c’è stato. La Fpoe di Heinz Christian Strache è balzata al 19,5%, raddoppiando i propri seggi, ma è «solo» terzo partito, rimasto sotto il risultato del 21,4% raggiunto alle politiche del 2013. «La Fpoe non è riuscita ad allargare il proprio potenziale, anzi è al di sotto, considerando che alle europee del 2009 vi erano altri due partiti antieuropei» osserva il politologo Anton Pelinka. In fondo, l’80% degli elettori ha espresso un voto favorevole al progetto europeo contro l’ipotesi di rinazionalizzazione propugnata dai successori di Joerg Haider. La distanza dall’Ue si è manifestata più insistentemente con il non voto, un’opzione per 55% degli austriaci. I motivi: il 30% ritiene che il voto non cambierebbe nulla dato lo scarso peso del parlamento europeo, il 20% è scontento dell’Ue.

L’exploit, con il 15% delle preferenze, è dei Verdi che hanno festeggiato il miglior risultato della loro storia. Il nuovo partito dei Neos, liberal e liberista che puntava al loro superamento si è fermato invece al 7,9%. Hanno pagato per la loro dichiarazione in favore della privatizzazione dell’acqua. «Un errore, non lo diremo mai più, anche per noi l’acqua è sacra», ha fatto autocritica il giovane leader Martin Strolz. I Verdi, a Vienna e nel Tirolo, sono il secondo partito con il 20%, il primo tra l’elettorato sotto i 29 anni. Da sempre all’opposizione, argomento centrale della loro campagna elettorale è stato il Ttip tra America e Europa. Promuovono una petizione che chiede il blocco delle trattative e al governo austriaco un voto di veto. La campagna marcatamente a sinistra dei Verdi probabilmente ha tolto il terreno alla lista l’Altra Europa, Europa Anders, ferma al 2,1%. Il governo di grosse Koalition per quanto impopolare, è stato punito poco, i popolari del vicecancelliere Michael Spindelegger (Oevp), sono scesi al 27,3% risultando lo stesso in testa. Poco brillante il risultato della Spoe del cancelliere Werner Faymann. Primo partito alle politiche del 2013, è sceso al 23,8% , un mezzo punto in più rispetto al 2009, si consolano in casa Spoe. Il primo partito tra i lavoratori risulta ora la Fpoe di H. C. Strache. Lo scontento da lungo serpeggiante contro i dirigenti per la scarsa impronta rossa nel governo è finalmente esploso nella Spoe, partito di rara compattezza. Per Peter Rezar, vicesegretario di partito della regione Burgenland la colpa del risultato modesto è del cancelliere: «Da un anno e mezzo si parla di introduzione di tasse patrimoniali sui ricchi e nulla accade. Così si perde la credibilità». Se il partito popolare non ci sta, dice Rezar, bisogna rompere la coalizione. Rabbia anche dei sindacati dal segretario generale dell’Oegb Erich Foglar in giù: i lavoratori ci dicono, «non si possono regalare miliardi a banche morte (la Hypo Alpe Adria in bancarotta, ndr), quando mancano i soldi per i comuni e per i servizi, aumentano le tariffe, si cancella il piano per la costruzione di case popolari».