La Bmw del primo consigliere dell’ambasciata andata a fuoco nel cuore di Berlino e l’ingresso del consolato generale a Barcellona imbrattato con la tripla scritta «Libertà per Cospito», «Amnistia totale» e «Stato italiano omicida».

PREOCCUPANO sia il governo Meloni che la Procura di Roma i due «attacchi» in rapida successione alle rappresentanze diplomatiche italiane denunciati ieri dalla Farnesina, specialmente se si aggiungono al quasi contemporaneo sabotaggio di un ripetitore telefonico sulle colline di Torino su cui stanno indagando i carabinieri dopo avere sequestrato il volantino «Fuori Alfredo Cospito dal 41 Bis». A lanciare l’allarme con massima amplificazione è la presidente del Consiglio accompagnata dalla seconda e terza carica dello Stato. «Ho espresso solidarietà al consigliere Luigi Estero per l’attentato che ha incendiato la sua auto nella capitale tedesca. Si somma alla violazione del nostro consolato generale a Barcellona con atti di vandalismo. Il governo segue con preoccupazione questi nuovi casi di violenza contro i nostri funzionari e le rappresentanze all’estero» fa sapere Giorgia Meloni.

EVIDENTE IL RIFERIMENTO all’attacco che lo scorso 2 dicembre ad Atene coinvolse un’altra diplomatica italiana di pari grado: la prima consigliera Susanna Schlein (sorella della candidata-leader del Pd), scampata con marito e figli a un incendio speculare a quello di Berlino. Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, comunica l’immediato rafforzamento delle misure di sicurezza in tutte le sedi estere prima di chiedere a tedeschi e spagnoli di «fare subito piena luce sulla dinamica degli atti criminosi».

A BERLINO, per il momento, la ricostruzione coincide con il comunicato da verbale della Kriminalpolizei incaricata di indagare il reato rubricato alla voce: «Incendio doloso nel quartiere di Schöneberg». Riassume così il fatto: «Alle 3.10 di notte un residente di Starnberger-Strasse ha chiamato i vigili del fuoco dopo aver notato una Bmw e una Opel in fiamme. Al momento presumiamo che la Bmw – veicolo intestato a un dipendente dell’ambasciata italiana – sia stata incendiata e poi le fiamme si siano propagate alla Opel. Nessuno è rimasto ferito. L’inchiesta è in corso».

A BARCELLONA si segue invece la traccia pubblicata da El Periódico de Catalunya, secondo cui la rottura della vetrata del consolato generale d’Italia e l’imbrattamento di una parete dell’atrio «è opera dei cinque incappucciati registrati dalla videocamera di sicurezza». Per ora la polizia catalana non conferma né smentisce, con la portavoce che si trincera nella stessa sintesi fatta a Berlino: «C’è un’indagine in corso».

IL FASCICOLO PRINCIPALE rimane il faldone giudiziario che si appresta ad aprire la Procura di Roma non appena avrà ricevuto le informative dei Ros e della Digos. Sarà «un’inchiesta antiterrorismo» condotta sulla falsariga del caso di Susanna Schlein ma con molti più riflettori puntati. Il primo è quello del presidente del Senato, Ignazio la Russa: «È necessario e urgente capire se ci sia una regia unica dietro a questi crimini»; il secondo del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, convinto che «l’attentato nella capitale tedesca e il vandalismo di Barcellona sono fatti gravissimi di cui bisogna scoprire subito la matrice».

DAL PARTITO DEMOCRATICO la capogruppo al Senato, Simona Malpezzi, e Alessandro Alfieri della Commissione Esteri esprimono solidarietà «al personale delle ambasciate italiane con l’auspicio di capire la dinamica delle azioni criminali». Fa il paio con la preoccupazione del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte «per le violenze e le intimidazioni: atti gravi che non scalfiscono la dedizione del nostro corpo diplomatico in ogni angolo del mondo».

A TORINO, in piazza Carignano, nelle stesse ore il presidio anarchico per Cospito, circondato dalla polizia, ricordava invece l’altra faccia del caso Cospito: «Alfredo ha raggiunto il 101esimo giorno di sciopero della fame per protestare contro il regime carcerario del 41 Bis. Sono 101 giorni in cui le azioni notturne hanno fatto da contraltare agli accorati appelli di chi ancora crede e spera nella Legge».