Cosa succede adesso che l’Aifa ha sospeso in tutta Italia il vaccino Astrazeneca? È la domanda che si stanno facendo quelli che hanno avuto la prima dose. Dovranno attendere «ulteriori informazioni sulle modalità di completamento del ciclo vaccinale», come recita la nota diffusa ieri. Decisioni che probabilmente arriveranno giovedì dall’Ema. Su 2.196.000 dosi Astrazeneca consegnate nel paese, ne sono state somministrate 1.093.800 pari al 49,8% della fornitura. Le prime inoculazioni sono state fatte l’11 febbraio (2.919 somministrazioni), il picco venerdì scorso con 64.684 dosi.

IL RICHIAMO, in base alle indicazioni Aifa, è previsto tra la decima e la dodicesima settimana successiva alla prima iniezione. Così c’è un margine sufficiente per attendere le decisioni dell’Ema. Di certo è una ulteriore mazzata al piano vaccinale di massa, che già sconta i tagli ripetuti alle forniture, in particolare proprio da parte di Astrazeneca. Dei circa 7,5 milioni di dosi dei tre vaccini attese entro fine marzo, quasi 2,9 milioni sono dell’azienda anglo svedese. Se il blocco dovesse protrarsi, la promessa solenne di triplicare rapidamente le somministrazioni, fatta sabato scorso dal commissario straordinario Figliuolo, sarebbe impossibile da mantenere.

LA CONFUSIONE è stata tanta, a partire da venerdì scorso quando i tre decessi in Sicilia hanno messo in allarme le regioni con i Nas attivati da Nord a Sud per ritirare il lotto sospetto (Abv2856). Prima la Campania e poi il Piemonte sono stati accusati di fare allarmismo. Ieri la nota: «L’Aifa ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca su tutto il territorio nazionale». Domenica l’Aifa aveva precisato: «L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato».

Dopo le procure siciliane anche a Biella è stato aperto un procedimento per omicidio colposo contro ignoti e disposto il sequestro d’urgenza su tutto il territorio del lotto Abv5811 del vaccino Astrazeneca, cui apparteneva la fiala somministrata a Sandro Tognatti, il docente biellese deceduto il giorno dopo l’inoculazione. Sarà l’autopsia (prevista per oggi) a stabilire se esiste un nesso tra la morte e il siero ma, scrivono i pm, «occorre evitare che la prosecuzione delle somministrazioni possa causare ulteriori conseguenze finché non si raggiunge completa certezza in ordine alla non riconducibilità del decesso alla somministrazione».

Sono 393.600 le dosi del lotto che i Nas hanno cercato in tutta Italia. Anche in Piemonte la confusione è stata tanta. Ieri mattina l’assessore regionale alla Sanità, Icardi, aveva spiegato: «In attesa degli accertamenti, l’Unità di crisi ha ritenuto di accantonare questo lotto e, per fare la ricognizione, ha sospeso per un’ora e mezza le vaccinazioni che poi sono ripartite». Ripartenza, a quanto si apprende, dovuta alle pressioni del ministero. Poi, nel pomeriggio di ieri, la decisione dell’Aifa di bloccare tutto.

LE PRIME MORTI SOSPETTE di tre militari sono avvenute in Sicilia: «Eventi avversi fatali» legati, secondo i primi accertamenti, a trombosi e coaguli del sangue. Indagini aperte anche a Bologna. In Campania un caso sospetto: Sonia Battaglia, 54 anni di San Sebastiano al Vesuvio, è in coma farmacologico all’Ospedale del Mare di Napoli. Impiegata nella segreteria di un Istituto tecnico, il primo marzo si è vaccinata con una dose dello stesso lotto sequestrato a Biella. Prima la febbre, poi il vomito, venerdì scorso il personale del 118 non ha ritenuto necessario il ricovero, sabato i familiari l’hanno portata in auto in ospedale: la tac ha rivelato un’emorragia cerebrale, dalle altre analisi sono risulti un’occlusione dell’aorta causata da una placca, dei trombi polidistrettuali e un infarto. In Campania sospese le dosi Astrazeneca, va a rilento anche il resto della campagna perché le forniture sono le più basse d’Italia nonostante le somministrazioni abbaino raggiunto il 97,2% e il governatore chieda da mesi a governo e struttura commissariale che siano riequilibrate in base alla popolazione.

IN TOSCANA sospese 34mila vaccinazioni, quelle previste fino al 21 marzo. In Lombardia cancellati fino a giovedì 33.500 appuntamenti. In Lazio 7mila le prenotazioni annullate nella sola giornata di oggi. Se fino a ieri erano piovute le diserzioni di chi ha avuto paura di farsi iniettare il siero Astrazeneca, un’ulteriore stop potrebbe arrivare dal fronte camici bianchi, chiamati a vaccinare ma su base volontaria: «Bisogna chiarire che le conseguenze della somministrazione non sono responsabilità del medico, ci vuole uno scudo penale» ha sottolineato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli.