Dopo l’apertura da parte del commissario Figliuolo, è nato un dibattito intorno all’opportunità di somministrare il vaccino AstraZeneca anche al di sotto i 60 anni di età, nonostante la vaccinazione comporti un rischio di trombosi anomale limitato a qualche caso ogni centomila dosi. La proposta raccoglie il consenso del virologo Fabrizio Pregliasco, che ha usato una metafora acquatica: «Bisogna lanciarsi dal trampolino perché non è alto e non è pericoloso» ha detto ai microfoni di Sky. Altri suoi colleghi sono d’accordo ma suggeriscono di limitarsi alla somministrazione negli uomini, visto che i casi di effetti avversi pericolosi si sono verificati in gran parte tra le donne.

La pensa così anche l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola, sottolineando l’importanza di studiare i diversi effetti dei farmaci in uomini e donne. «Il rischio di effetti collaterali gravi – spiega – è raro, ma è maggiore nelle donne giovani. D’altro canto, le donne giovani hanno un rischio inferiore agli uomini di sviluppare sintomi severi da Covid-19. Il rapporto rischi-benefici ci suggerisce quindi di vaccinare tutti gli uomini, anche con il vaccino Johnson & Johnson, ma di tenere fermo il limite di età nelle donne. Basta con la medicina che non considera il nostro sesso». D’accordo con lei anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali e primario al Policlinico Tor Vergata di Roma.

È un fatto che la maggior parte degli eventi avversi segnalati in seguito alla vaccinazione con AstraZeneca riguarda le donne. Tuttavia, gli esperti dell’Agenzia europea del farmaco che hanno esaminato il dossier non giungono alle stesse conclusioni di Viola. Lo squilibrio nelle reazioni collaterali gravi potrebbe dipendere dal maggior numero di donne che hanno ricevuto il vaccino. Nell’ultima valutazione svolta dall’Ema questo dato non è stato esaminato, in quanto solo alcuni stati membri avevano fornito informazioni sulla percentuale di donne vaccinate con AstraZeneca. L’agenzia non ha finora indicato il sesso tra i fattori di rischio.

Nonostante l’opinione di Figliuolo, l’eventuale cambio di strategia non sarà accolto favorevolmente da una parte dell’opinione pubblica diffidente nei confronti del vaccino inglese. Lo testimoniano le scene viste ieri al centro vaccinale della Mostra d’Oltremare di Napoli. Come denuncia la Asl Napoli 1 Centro, diversi utenti avrebbero preteso la somministrazione di un vaccino diverso da quello AstraZeneca «pur in assenza di validi motivi». Gli insulti e le minacce hanno indotto i sanitari a chiedere l’intervento delle forze di polizia per sedare le proteste.