I partiti di governo raggiungono la maggioranza assoluta al senato. Con un margine di quattro voti, i giallo-rossi hanno afferrato la soglia dei 161 sì che era indispensabile per far passare lo scostamento di bilancio di 23 miliardi previsto dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. «Al senato c’è stata una grande prova, un ampio riscontro della tenuta della maggioranza – ha tirato un sospiro di sollievo, un minuto dopo, il presidente del Consiglio -, alla camera dovrebbe andare ancora meglio». Meglio no, ma va bene comunque per il governo: alla camera, che è di dimensioni doppie rispetto al senato, lo scostamento di bilancio passa per otto voti di margine: 324 sì rispetto ai 316 che erano necessari per la maggioranza assoluta.

Il brivido che ha accompagnato le votazioni, e nei giorni precedenti i continui calcoli sulle presenze in aula, era naturalmente legato al diffondersi dei contagi tra i parlamentari. E alle quarantene obbligatorie per quanti, essendo venuti a contatto con un positivo, non avevano ancora il responso di un tampone negativo. Alla fine nella maggioranza al senato sono risultati assenti per il Covid in quattro: Caio e Merlo della componente degli eletti all’estero, Anastasi e Drago del M5S. Assente per malattia non legata al Covid anche la senatrice La Mura del M5S. Nel gruppo grillino però si sono registrate altre assenze non mediche ma politiche, quella delle stessa senatrice Drago e anche della senatrice Pacifico, ormai fuori dal Movimento ma non ancora espulse proprio per evitare di peggiorare la situazione per il governo.

E così non sarebbe bastato a M5S, Pd, Iv e Leu neanche il voto favorevole allo scostamento di tutto il gruppo delle autonomie (compresa la senatrice a vita Cattaneo, escluso solo perché assente da molte sedute il senatore di diritto Napolitano). Decisivi sono risultati i voti di altri otto senatori del gruppo Misto (oltre ai cinque di Leu e a Sandro Ruotolo che fanno parte stabilmente della maggioranza). Si tratta di cinque ex 5 Stelle (Buccarella, De Bonis, Di Marzio, Fattori e De Falco), di due ex di Forza Italia, la senatrice Lonardo (che aveva già votato con la maggioranza sulla precedente richiesta di scostamento, a luglio) e l’ultimo arrivato, il senatore Fantetti. Infine ha votato sì anche il senatore a vita Mario Monti.

Alla camera il margine di sicurezza per la maggioranza si è ridotto non solo per le assenze legate al Covid, in tutto undici: una del Pd, sette dei 5 Stelle, due di Leu e una di Italia viva. Ci sono state anche nove assenze non legate alla diffusione del virus, due nel Pd e ben sette nei 5 Stelle. La maggioranza giallo-rossa, anche considerandone parte le minoranze linguistiche e il Maie, si è fermata sotto la soglia di 316 voti. Sono così risultati decisivi per raggiungere il quorum richiesto i voti di quei deputati del del gruppo misto che non appoggiano continuativamente il governo.

Ecco perché, superato questo scoglio, il problema resta. Malgrado il ministro per i rapporti con il parlamento D’Incà – decisivo nel serrare le file in questi giorni – dichiari che «il governo esce rafforzato con una solida maggioranza in parlamento». È vero che le votazioni in cui è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti non sono molte, ma la prossima è già questa mattina alla camera, dove le assenze potrebbero far saltare la penultima lettura della riforma costituzionale che allarga ai 18enni per il senato. Ed è per questo che subito dopo questa nuova strettoia a Montecitorio si riunirà la giunta per il regolamento per valutare la possibilità di aprire al voto a distanza. In via eccezionale e solo per i deputati costretti in casa dal contagio.

 

PRECISAZIONE, 15 ottobre 2020

Una precedente versione di questo articolo attribuiva erroneamente l’assenza della senatrice La Mura alla quarantena per il Covid.

Posta & risposta del 17 ottobre 2020

Richiesta di rettifica
In riferimento all’articolo uscito, oggi 15 ottobre 2020, sulle testate de Il Manifesto e ilmanifesto.it, intitolato “Assenti e non solo per il Covid, ma la maggioranza supera la prova” la senatrice Tiziana Drago precisa che la sua assenza in aula è stata dovuta a quarantena cautelativa, perché in attesa dell’esito del tampone di un membro della sua famiglia, risultato in seguito negativo al Covid. L’essere accomunata ad altri senatori, citati nell’articolo, positivi al Covid, potrebbe trarre in errore i lettori. La senatrice chiede, dunque, sia specificato che non è positiva al Covid, che la sua assenza in aula non è stata legata a motivi politici, come scritto in altra parte dell’articolo, e di “non essere fuori dal Movimento”, come invece affermato nel succitato articolo, in quanto non è stata né espulsa né le è stato formalizzato alcunché. La senatrice Drago chiede pertanto che siano rettificate le affermazioni erronee contenute nell’articolo in questione.
Ufficio Stampa della senatrice Tiziana Drago

Risposta
Prendo atto della precisazione, precisando a mia volta che nell’articolo ho scritto di “assenze per il Covid” spiegando che riguardavano tanto parlamentari positivi quanto parlamentari costretti in quarantena, condizione nella quale la senatrice Drago conferma di trovarsi. Le faccio tanti auguri. Ho anche scritto che la senatrice è “ormai fuori dal movimento” ma ho avvertito che non è stata espulsa “per evitare di peggiorare la situazione per il governo” al senato. E lo confermo, ricordando per esempio che Drago non ha votato la fiducia al ministro 5 stelle Bonafede e si è astenuta sull’autorizzazione a procedere per Salvini.
a. fab.