Julian Assange deve restare ancora nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove ha trovato rifugio dal 2012. Sul fondatore del sito Wikileaks, che ha raccolto le rivelazioni del soldato statunitense Bradley Manney – ora Chelsea – sullo scandalo del Cablogate, pesa ancora un’accusa per stupro in Svezia. I procuratori svedesi hanno fatto cadere in prescrizione le accuse di aggressione sessuale ma hanno precisato che l’inchiesta per stupro è ancora in corso: e non scadrà prima del 2020. Assange vive da recluso e non si è recato in Svezia a difendersi per timore di essere estradato negli Stati uniti, dove la sua vita potrebbe essere in pericolo. Assange, 44 anni, ha sempre respinto le accuse. Dopo aver appreso la decisione dei procuratori svedesi di far proseguire le indagini, ha ribadito di essere «un uomo innocente» e si è detto «estremamente deluso». E il Regno unito ha annunciato che protesterà formalmente con il governo ecuadoriano per la sua decisione di offrire asilo ad Assange e di evitarne l’estradizione. «L’Ecuador deve riconoscere che la sua decisione di dare asilo ad Assange da oltre tre anni ha impedito il corso della giustizia», recita il comunicato del Ministero degli esteri britannico, Hugo Swire.