È braccio di ferro sulla legge di «interpretazione autentica» del Piano paesaggistico regionale (Ppr) che la giunta sarda di centrodestra sta cercando di far passare. Ma spunta un tentativo di mediazione del governo Conte.

IERI IN CONSIGLIO REGIONALE la discussione è stata caldissima ed è durata sino alla notte. La giunta a trazione sardista e leghista dice che le nuove norme servono a rendere possibile la realizzazione di una strada a quattro corsie tra Sassari e Alghero superando il veto che sovrintendenza e ministero dei beni culturali hanno posto proprio sulla base delle indicazioni contenute nel Ppr. Ma il fronte ambientalista replica che si tratta di un grimaldello per scardinare l’impianto del Piano paesaggistico e dare il via libera alla cementificazione delle coste. «Il regime vigente – dice Stefano Deliperi, portavoce del Gruppo d’intervento giuridico – prevede che si operi con la co-pianificazione. Prevede cioè che la regione e il ministero lavorino insieme. In materia di ambiente e di tutela del paesaggio la Sardegna non può decidere niente se non in accordo con il Mibact. Così dispone non soltanto il Ppr, ma anche la Costituzione e il Codice Urbani per i beni culturali. Con le nuove regole, invece, tutto verrebbe deciso in Sardegna, dalla giunta».

DURANTE IL DIBATTITO in consiglio la minoranza è rimasta ferma sulle sue posizioni: la norma interpretativa è soltanto un grimaldello per scardinare il Piano paesaggistico regionale e consentire interventi sulle coste ora espressamente vietati. Inoltre – hanno ricordato tra gli altri Massimo Zedda (Progressisti), Valter Piscedda (Pd), Roberto Li Gioi (M5s) – la questione della fattibilità della Sassari-Alghero può essere risolta direttamente dal governo. Secondo l’opposizione, infatti, nella prossima seduta programmata il Consiglio dei ministri potrebbe esprimere un parere sulla quattro corsie che supererebbe quello negativo della sovrintendenza e del Mibact. Una mediazione del governo sulla base dello stesso Ppr, che all’articolo 20 delle norme attuative prevede deroghe ai vincoli paesaggistici nel caso della realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale. Una mediazione, dicono le opposizioni, che toglie alla giunta di Christian Solinas il principale argomento a sostegno dell’approvazione della legge in discussione.

SONO TANTI I PROGETTI immobiliari ora bloccati dal Ppr che potrebbero avere, se passassero le nuove norme proposte dalla giunta di centrodestra, il via libera: Calagiunco (Villasimius), Costa Turchese (Olbia, che vede coinvolta una società della famiglia Berlusconi), Capo Malfatano (un vero paradiso ambientale al quale era interessata un’impresa che vedeva tra i soci i Benetton). «In nome dei profitti derivanti dallo sfruttamento del turismo – denunciano insieme Wwf, Italia nostra e Gruppo d’intervento giuridico – si riducono e sviliscono l’ambiente e il paesaggio».

NEL CASO LA LEGGE in discussione venisse approvata, i gruppi ambientalisti annunciano di volerla impugnare davanti al Tar. «Abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte per difendere i litorali sardi – avverte il Grig – Fra le tante azioni, siamo riusciti a far annullare dai giudici amministrativi il tentativo di stravolgere il Piano paesaggistico regionale di cui fu protagonista l’amministrazione Cappellacci (centrodestra) nel 2013-2014 e abbiamo contribuito a fermare le norme eversive della pianificazione paesaggistica proposte dalla giunta Pigliaru (centrosinistra) nel 2018. La stessa determinazione useremo contro la legge voluta dalla giunta guidata da Christian Solinas».