Difficile trovare un «gruppo», un collettivo, un progetto più onesto, militante, coerente di quello degli Assalti Frontali. Un esempio pratico ed evidente di come si possa essere sé stessi senza necessariamente scendere a compromessi, parlare in maniera diretta senza dover misurare parole e concetti, realmente pensare globale, agendo nel locale. La loro storia, costantemente costellata da continui «assalti frontali», è un esempio e ce lo racconta. È bello ed entusiasmante ripercorrerla nella compilation 1990-2020, in quello che vuole essere un racconto, stilato da Militant A, il collante costante di questa lunga esperienza che parte dal 1990, dai primi battiti rap della favolosa Onda Rossa Posse che esplose con l’incredibile esordio di Batti il tuo tempo (inclusa, in rappresentanza di quel primo periodo, con Categorie a rischio). Uno schiaffo a una scena musicale, come quella italiana, che non si aspettava l’arrivo di un linguaggio come il rap, apparentemente lontano dalla nostra sensibilità. Ma Luca Militant A aveva preso appunti, girando da New York a Brixton, da Kingston a New Orleans. E riuscì a portare da noi, fin da subito, una dimensione reale e genuina, non edulcorata da diluenti per depotenziarla. Anzi, al contrario, ne creò una nuova che parlava della Roma meticcia o di Mappe della libertà, sempre presente nell’attualità, vedi il recente Rap dell’infermiere che scende tra le corsie invase da ammalati di Covid in cui migliaia di infermieri, «esseri umani che si sporcano le mani, che ci sono oggi e ci sono domani», si prodigano ogni giorno ad aiutare il prossimo, incuranti del lercio della politica, dei faccendieri, del chiacchiericcio, spesso maleodorante di fogna, da social. Brano esemplare di una presa di posizione chiara, semplice e diretta, a fianco di chi combatte una delle tante battaglie quotidiane.

SUL LAGO
Come quella lunga e sfiancante, affinché il lago formatosi nell’area ex Snia Viscosa di Torpignattara a Roma, non diventasse di nuovo preda di affaristi e cementificatori ma fosse reso spazio pubblico. E così, alla fine, è stato. E anche in quell’occasione gli Assalti Frontali c’erano, in prima fila, a sensibilizzare e a combattere. Non a caso il brano, realizzato con Il Muro del Canto, del 2014, si intitola Il lago che combatte. E ancora un volta l’incipit è mozzafiato: «Palazzinaro amaro Sei un palazzinaro baro Per tutto il male fatto a Roma adesso paghi caro/Al funerale del tuo centro commerciale è bellissimo vedere il nostro lago naturale… il lago ha vinto, s’è stabilizzato. Ed è il lago di tutti, non è un lago privato. Ha invaso il cemento armato.E ci ha chiesto aiuto. E noi l’abbiamo immaginato amato e conosciuto».
I ragazzi ci sono anche quando a Centocelle venne incendiata, per la seconda volta, la libreria «La pecora nera». Di nuovo presenti con una instant song ne parlano, si affiancano al problema, lo raccontano, nella classica tradizione dei griot africani o dei toaster giamaicani, nostrani Linton Kwesi Johnson, in Fuoco a Centocelle. La loro lezione è estremamente importante, in un momento in cui è la trap a catalizzare l’attenzione di giovani e giovanissimi. Ma la trap rimane però impermeabile a ciò che accade intorno. Legata costantemente alle solite futili tematiche, a tentativi puerili di scandalizzare o stupire, senza mai (a parte sparute eccezioni) parlare della realtà circostante, quella che vivono gli ascoltatori. Una sorta di vita immaginaria, escapista, che ignora il reale.

LA CREW
Infine un particolare da sottolineare è l’importanza che la crew ha sempre dato all’aspetto visivo, grazie ai numerosissimi video che accompagnano buona parte dei brani. Spesso semplici e minimali ma altrettanto efficaci, diretti, comunicativi al massimo. In questa raccolta ci sono ventiquattro canzoni, in rappresentanza di ognuno degli otto album pubblicati, oltre agli ultimi singoli, non ancora approdati al supporto fisico. E a suggello due preziosi inediti. Porta per volare è un funk rap in cui Militant A rivisita la loro lunga storia con un groove di Ice One ispirato dagli EPMD, che a loro volta presero spunto da un riff di Eric Clapton.
Il brano pulsa, trascina, duro, diretto allo stomaco, con liriche che, anche se le estrapoliamo dal contesto, sono il perfetto manifesto per descrivere il mondo degli Assalti Frontali: «C’era una volta in America, a Roma e nel mio cuore dei ragazzi che sognavano la rivoluzione. Università occupate, lettere, una bolgia… e noi i banditi, sempre a spingere il vero, sempre a seguire il cuore e tu facci un pensiero, perché l’hip hop è una porta per volare, eravamo solo una barchetta in mezzo al mare, due casse giganti, mille persone care, stelle nel cielo, trombe giamaicane parte il beat, è un’onda gigantesca è l’ora X, l’ora che tutto riesca, guardami negli occhi, è un vento, un uragano, ha ragione il prof, sono come uno sciamano… è musica fratelli, siamo sempre più belli come Willy Monteiro Duarte con la forza dell’arte, difendere il debole, difendere il quartiere da chi trucca le carte, volerci bene, arrivati come ufo da Marte, ci siamo sempre e per sempre, siamo in presenza, fuck mostri, fuck fascismo e violenza, ci vuole pazienza e coraggio ed enjoy, la pantera siamo noi e chi cazzo siete voi».
L’altro inedito è per la compilation di cui si parla in altra parte, dedicata al sacrificio di Lorenzo Orsetti. Le parole evitano l’agiografia e la retorica, affondano nel cuore e nell’anima. E non a caso. Come rimarca Militant A: «Scavando ho scoperto anche che Orso era un rapper prima di partire per la Siria, cantava in un gruppo rap, e così la nostra canzone ha preso sempre più senso e potenza». Tutto torna, come sempre, nel circolo virtuoso della coerenza. Per chi non avesse dimestichezza con questa realtà, un’occasione irrinunciabile per entrare nel mondo imprescindibile degli Assalti Frontali, uno dei migliori progetti musicali italiani di sempre.

 

«HER DEM AMADE ME», IL DISCO TRIBUTO A LORENZO ORSETTI TEKOSER

Lorenzo Orso Orsetti Tekoser era un combattente per la libertà. La nostra, quella del popolo curdo, quella per il Rojava, alla ricerca di un mondo più equo, giusto, dove i diritti e le opportunità siano uguali per tutte e tutti. Stava, insomma, dalla parte giusta. Lorenzo è caduto in Siria per mano dell’Isis il 18 marzo 2019, all’età di 33 anni.
Dopo la morte ha ricevuto doverosi, numerosi e sinceri omaggi, ricordi, riconoscimenti per il suo sacrificio.
Questa compilation è un ulteriore pensiero alla sua memoria ma con un significato e un fine in più. Her Dem Amade Me-Siamo sempre pronte siamo sempre pronti pubblicato da Black Candy Records è una compilation i cui proventi saranno interamente devoluti al centro Alan’s Rainbow di Kobane per dotarlo di un ambulatorio pediatrico che sarà intitolato a Lorenzo Orsetti Tekoser, partigiano internazionalista. La musica è molto bella, interessante, sincera, intensa, con i brani di, in rigoroso ordine alfabetico, 24 Grana, Serena Altavilla, Assalti Frontali, Angela Baraldi, Cesare Basile, Paolo Benvegnù, Giorgio Canali & Rossofuoco, Pierpaolo Capovilla, Marco Colonna, Vittorio Continelli, Max Collini, Cristiano Crisci, Dagger Moth, Ginevra Di Marco, Er Tempesta, Giancane, La Rappresentate di Lista, Lucio Leoni, Malasuerte, Mokadelic, Nummiriun, Rita Lilith Oberti, Marco Parente, Carmelo Pipitone, Rapper C J A SAP, Marina Rei, Roncea, Tre Allegri Ragazzi Morti, Giovanni Truppi, Margherita Vicario e il contributo artistico di Zerocalcare, che ha fornito le illustrazioni presenti nel booklet, tratte dal suo fumetto Macelli.
Un lavoro frutto di una direzione artistica collettiva; ogni artista ne ha coinvolto un altro in una catena che solo per motivi tecnici si è dovuta fermare a 24 canzoni. L’invito è che ognuno ne possa acquistare una copia, anche se ci troviamo in questo periodo in cui mettere mano al portafogli è estremamente difficoltoso e le urgenze sono sulla porta di casa. Ma da un piccolo gesto a volte si può cambiare un mondo. Il progetto è stato ideato da Leonardo Giacomelli, Lucio Leoni e Alessandro Orsetti.