La ricordiamo bene quella sera d’estate in cui ritrovammo Pippo Delbono. Come in un nuovo inizio. L’avevamo perduto un po’ di vista, l’artista ligure, perduto lui nel gorgo della malattia e della difficoltà di trovarne l’uscita mentale e noi chissà. Quella difficoltà che ora ci raccontava con apparente leggerezza, la leggerezza che può nascere solo da una lucida consapevolezza – e ne spiavamo il riflesso in chi ci stava accanto. Eccolo infatti, su quella scena che non era neppure una scena, poco più che uno spazio preparato. Nuovo nella immediatezza espressiva che riportava al suo primo amatissimo Tempo degli assassini...