Dove sia Asia Bibi non si sa. Ed è meglio così: le minacce alla sua vita da parte di gruppi radicali islamisti sono concrete come le proteste scoppiate per il suo rilascio. Ieri il suo avvocato, Saif ul-Malook, fuggito ad Amsterdam dopo l’annullamento della pena di morte per blasfemia della cliente, ha fatto sapere che una domanda di asilo è stata presentata in Olanda per la donna cristiana, suo marito e le due figlie. Sarebbero già partiti, dice Malook. Diversa la versione del governo: Bibi è in Pakistan, al sicuro. Ma è difficile che resti: «È una donna libera – ha detto ieri il ministero degli Esteri – Potrà andare dove vuole». Islamabad teme però di veder cadere il neo governo dell’ islamico moderato, Imran Khan: ieri il Tlp, partito islamista dietro le proteste, ha minacciato un «movimento» contro il governo.

Secondo l’Ap, che cita due fonti bene informate, l’ex presidente dell’Ecuador dal 2007 al 2017, Rafael Correa, avrebbe chiesto al Belgio asilo politico perché ricercato nel suo paese con l’accusa di aver fatto scomparire un oppositore. Correa vive con la famiglia a Bruxelles dal 2017; la richiesta di asilo risalirebbe al 25 giugno ed è in fase di valutazione da parte delle autorità del Belgio. Lo scorso mercoledì un tribunale ecuadoregno ha chiesto che Correa faccia ritorno nel paese per poter essere giudicato. Lui si difende e contro-accusa il suo successore, Lenin Moreno, di «processo politico».