La redazione consiglia:
Nokia e Ericsson, sciopero nazionaleProviamo a immaginare il settantenne Jorma Ollila con un bicchiere di vino in mano, davanti alla scintillante Smart tv di un albergo a Firenze in un freddo gennaio. Ha una smorfia di disappunto, la Rete ha un problema. Ma la stizza dura un attimo. Il suo telefono può comunque sostituirsi al modem. Possiede giga illimitati e velocità che gli garantiscono una visione in alta definizione. Tra tutte le piattaforme, sceglie Disney +. Ha le idee chiare, non si perde nel labirinto di titoli e logaritmi che subdolamente potrebbero indurlo a prendere una direzione casuale. Col telecomando seleziona una miniserie finlandese composta da sei puntate: Mobile 101 – La vera storia di Nokia. Un paio di minuti del primo episodio e sorride, osserva se stesso con la voce e il corpo di un altro.

IN QUESTO NOSTRO fantasticare, dovremmo a questo punto vederlo con il suo telefono spedire un messaggio a Katarina Tammi o a Risto Salminen, avvocata e ingegnere che sono a loro volta personaggi fondamentali del racconto che si svolge tra il 1988 e il 1990, in particolare a Salo, la «Nokia Town» distante un centinaio di chilometri da Helsinki. È in quel biennio che tutto cambia, che la telefonia si appresta ad assumere un ruolo dominante nella nostra esistenza. Un’affermazione che necessita di un’immediata avversativa. Se oggi possiamo ammirare il puzzle con tutte le tessere al loro posto, in quei due anni a manifestarsi è il caos. Tutto appare confuso e intrappolato in un tumultuoso vortice d’aria. Forse, e questo la serie lo narra in modo preciso, perché i campi di battaglia sono almeno tre: quello finanziario, quello legale e quello dell’innovazione. Nokia è sull’orlo del baratro. È un’azienda che si è espansa in diversi settori e ora rischia di pagare quel peccato di Hybris. E Jorma Ollila è tra quelli che non solo cerca di salvare l’azienda dal naufragio, ma si ostina (contro i capitalisti che vogliono solo spostare azioni) nella ricerca di un futuro che si tramuti a breve in un presente. In altre parole, vorrebbe capire qual è il prodotto che ancora non esiste e che quando apparirà diventerà l’oggetto del desiderio di tutti.
Uno dei motivi che mettono in serio pericolo la sopravvivenza di Nokia è la causa milionaria intentata da Motorola e che porta a un processo a Washington. Un’altra cesura.A confrontarsi sono sentimenti e legami in opposizione al profitto

PROGRAMMATORI e informatici condividono saperi per oltrepassare un limite dopo l’altro e si disinteressano, con manifesta ingenuità, delle questioni inerenti al copyright. A un certo punto, però, sulla scena irrompono avvocati e grandi azionisti e tutto si trasforma in proprietà del singolo e non più della collettività. Ed è qui che entra in gioco Katarina Tammi, la giovane idealista che voleva lavorare per Amnesty International e che, in compagnia di un suo collega e amico di studi, si trova a sfidare i tracotanti legali statunitensi.
Infine, il punto di svolta più importante (almeno per chi prova dei sentimenti romantici) che ha in Risto Salminen uno degli indiscussi protagonisti. In un racconto corale, alla fine sono i colpi di genio, le intuizioni, la perseveranza che spesso sfiora l’ossessione e confina con l’autodistruzione, a sovvertire le regole del gioco. E allora se si arriva al piccolo quanto famoso telefonino che in tanti abbiamo sentito squillare con l’inconfondibile trillo, lo dobbiamo (o imputiamo, in accezione negativa!) a un ingegnere che ha battuto sul tempo tutti gli altri.

NATURALMENTE, la Smart Tv, le piattaforme, i messaggi istantanei e tutto quello che oggi abbiamo a disposizione sarebbero arrivati lo stesso, a prescindere dalle gesta compiute nella piccola città di Salo. Ciò che la serie fa riemergere, come si trattasse di una spedizione archeologica che studia un’epoca smarrita, è il quarto campo di battaglia, quello dove a confrontarsi sono sentimenti (non sempre positivi) e legami (non sempre saldi) in opposizione al profitto che viziosamente genera altro profitto.