Nel mezzo delle polemiche che hanno seguito le comunicazioni in parlamento di Giuseppe Conte sul Mes, con i senatori Grassi, Lucidi e Urraro che annunciano la loro adesione al gruppo della Lega, la più volte annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle prende corpo. Da ieri mattina alle 15 di sabato gli iscritti alla piattaforma Rousseau possono votare i «facilitatori». La consultazione prevede diversi livelli. Innanzitutto, si chiede di ratificare in blocco la squadra dei sei «facilitatori nazionali» che affiancherà Luigi Di Maio. Scorrendo i nomi, appare evidente come il «capo politico» abbia escluso ogni esponente dell’ala che si riconosce in Roberto Fico.

Non c’è Alessandro Di Battista, ma Di Maio chiama accanto a sé Enrica Sabatini, che dovrebbe occuparsi di «coordinamento e affari interni» e Barbara Floridia per il settore denominato «formazione e personale». Entrambe sono considerate molto vicine a Davide Casaleggio: la prima è una dei quattro soci dell’associazione che gestisce Rousseau, la seconda è responsabile e-learning della piattaforma telematica del Movimento 5 Stelle.

Accanto all’ex direttore del Tg5 Emilio Carelli, che dovrebbe occuparsi di informazione, ci sono alcuni ripescaggi: esponenti del M5S prima vicini a Di Maio che negli ultimi mesi, praticamente da quando si è scelto di andare al governo col Pd, erano considerati in sofferenza quando non in esplicito dissenso. Il primo è Danilo Toninelli, che non a caso negli ultimi due giorni era tornato in prima linea sui media a polemizzare con Matteo Salvini. L’ex ministro alle infrastrutture lavorerebbe alle campagne elettorali. Poi ci sono la vicepresidente del senato Paola Taverna, alla quale verrebbe affidato il comparto «attivismo locale», e l’europarlamentare Ignazio Corrao, che andrebbe a coordinare le amministrazioni locali targate 5 Stelle.

Ci sono poi le caselle delle dodici aree tematiche che saranno rappresentate da una apposita squadra che farà parte del «team del futuro» del M5S. Cinque di queste sono state promosse direttamente, senza passare al vaglio della rete, per il semplice motivo che non si sono fatti avanti altri pretendenti. Per agricoltura e pesca, sicurezza e difesa, esteri e Unione europea, ambiente e innovazione, infatti, spiegano dal M5S che «è pervenuto un solo progetto rispettante tutti i requisiti previsti dal regolamento». Diverso è per le aree che si occuperanno di economia, giustizia e affari istituzionali, imprese, lavoro e famiglia, sanità, istruzione, ricerca, cultura e trasporti e infrastrutture. È stata esclusa, dopo le polemiche che l’hanno coinvolta sulla casa in dotazione al marito, l’ex ministra della difesa Elisabetta Trenta, che annuncia una conferenza stampa per oggi.

Tutti gli altri evitano di commentare, in attesa dell’esito delle consultazioni e delle proclamazioni dei vincitori previste per domenica alle 18 al teatro di Adriano, il luogo in cui Di Maio annunciò in pompa magna i candidati della società civile alle ultime elezioni politiche. L’unico a parlare è il parlamentare europeo Fabio Massimo Castaldo, che contesta il meccanismo della ratifica per lo staff nazionale scelto da Luigi Di Maio. «Credo che non sia affatto corretto presentare un listino bloccato e dare la possibilità di votare solamente sì o no all’intera lista – protesta Castaldo – Si sarebbe dovuto dare a tutti noi la possibilità di votare individualmente ogni componente di quella squadra. Mi sembra non solo incoerente, ma anche limitante».

E un altro dei dissidenti al senato, Stefano Lucidi, annuncia nuove turbolenze: ci sarebbero «venti-trenta eletti nel M5S pronti a uscire per formare un gruppo autonomo».