Se non ci fosse stata di mezzo la pandemia, che avrebbe dovuto suggerire una marcia più celere, la gestazione della giunta regionale di Eugenio Giani potrebbe già oggi entrare nelle dispense di una materia ad hoc, “Sistema politico toscano”. Il coronavirus ha rovinato tutto, facendo passare in secondo piano gli sforzi dei vertici locali del Pd (Bonafè Becattini Bruzzesi) per arrivare a una sintesi. Alla fine, con una impeccabile interpretazione del manuale Cencelli ma dopo un mese dalle elezioni, la squadra del governatore è fatta. Ma per le deleghe si dovrà ancora aspettare. “Così come prescrive la legge – ha spiegato un ineffabile Giani agli eletti dal popolo – domani riuniremo la giunta, e avrete l’indicazione coi decreti di nomina delle deleghe”.
Fin d’ora comunque c’è chi sorride più degli altri. Sono i renziani, che dopo un lungo corpo a corpo senza esclusione di colpi (si va dall’appoggio esterno fino addirittura alla minaccia dell’opposizione), con il loro 4,5% incassano la vicepresidenza della giunta con Stefania Saccardi, e quella del Consiglio con Stefano Scaramelli. L’assessorato promesso prima delle elezioni alla Sinistra civica ecologista (va a Serena Spinelli), e la conferma del braccio destro di Enrico Rossi, Ledo Gori, sulla plancia di comando della macchina regionale, sono stati altrettanti assist per Matteo Renzi, che in questi frangenti ritrova sempre la sua verve.
Sono restati solo sei posti si otto per l’egemone Pd toscano, che con il 35% e la maggioranza dei consiglieri (22 su 40) avrebbe potuto usare meno riguardi con gli alleati. Ma non l’ha fatto, assicurandosi però il presidente del Consiglio regionale, il pisano Antonio Mazzeo. I nuovi assessori sono il pratese Stefano Ciuoffo; il senese Simone Bezzini dato per nuovo assessore alla sanità; la pisana Alessandra Nardini, costretta comunque ad abbandonare l’obiettivo della vicepresidenza a favore di Saccardi; la campigiana Monia Monni, per la popolosa Piana fiorentina. Infine, nelle pieghe degli equilibri interni al partito, ecco il maremmano Leonardo Marras e il lucchese Stefano Baccelli, nonostante siano territori dove Pd e alleati restano in svantaggio sulla destra.
Ad essere sacrificati sono soprattutto Livorno e la Val di Cornia, che pure hanno dato per la vittoria di Giani. Quest’ultimo per rimediare ha già annunciato tre “consiglieri del presidente”, appunto il piombinese Gianni Anselmi, e poi Giacomo Bugliani per Massa Carrara, e Iacopo Melio, giovanissimo disabile scelto da Zingaretti in persona come frontman del Pd a Firenze.
Detto del metodo, ora il merito. Da Sinistra Italiana, o meglio la parte di Si fuori dal Consiglio perché sostenitrice di Tommaso Fattori, una buona fotografia della situazione: “Abbiamo un Consiglio regionale a guida di post renziani, una vicepresidente renziana, la sinistra interna al Pd ai margini. Non basta richiamarsi al voto utile per risolvere i problemi politici”.