Sono i pesticidi i protagonisti del festival della fotografia che si sta svolgendo a Lugano dal 12 al 27 ottobre.

Il fotogiornalista argentino Pablo Ernesto Piovano è presente con un reportage in cui viene documentato «il costo umano degli agrotossici». Un lavoro durato 3 anni, percorrendo migliaia di chilometri nel nord-est dell’Argentina, raccogliendo le testimonianze di centinaia di persone, per documentare gli effetti dei pesticidi sulla salute umana.

Il «disastro tossico», che Pablo Ernesto Piovano documenta con le sue foto, sta interessando molte comunità rurali dell’Argentina. Ma il problema riguarda tutti i paesi in cui si è imposto il micidiale binomio Ogm-pesticidi. Le fotografie in bianco e nero sono accompagnate dalle testimonianze di chi porta i segni della sofferenza: operatori, contadini, abitanti delle aree rurali.

Una sofferenza individuale e collettiva che diventa ancora più acuta quando le patologie si manifestano nei bambini fin dalla nascita. In Argentina le aree su cui sono state impiantate colture Ogm coprono una superficie di 28 milioni di ettari, l’80% della terra coltivabile. Gli effetti negativi del glifosato e degli altri pesticidi stanno coinvolgendo, direttamente o indirettamente, 13 milioni di persone, un terzo della popolazione totale.

Sono più di 20 anni che le colture transgeniche si sono affermate in Argentina, da quando nel 1996 il governo, sulla base della documentazione fornita dalla Monsanto, autorizzò la loro coltivazione e l’impiego del glifosato. Attualmente sono ben 46 le colture Ogm consentite, in un paese dove le norme sono ancora più permissive del Brasile. Le gravi carenze normative sull’impiego dei pesticidi hanno favorito un uso massiccio, incontrollato e indiscriminato.

Il consumo di agrotossici in Argentina è aumentato di 10 volte in 20 anni, determinando tragedie umane e devastazioni ambientali. I governi argentini non hanno mai avviato studi specifici sugli effetti dei pesticidi sulla popolazione. Non c’è mai stata una informazione ufficiale e non sono mai state adottate misure per vietare o ridurre il loro uso. Eppure, nel 1985 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva definito il glifosato «una sostanza probabilmente cancerogena».

Pablo Ernesto Piovano ha concentrato la sua indagine nelle province di Entre Rios, Misiones, Chaco, nel nord-est del paese, dove si trova la maggiore concentrazione di coltivazioni di soia transgenica. Si tratta di province confinanti con Brasile, Paraguay e Uruguay, paesi in cui si è affermato lo stesso tipo di coltivazione, tanto da parlare di una «Repubblica unita della soia». La scomoda verità che Piovano porta a conoscenza è fatta di malattie congenite, tumori in età pediatrica, disabilità mentali, epilessia, alterazioni al sistema endocrino, disturbi respiratori e della pelle.

In alcuni villaggi del nord-est dell’Argentina, negli ultimi 10 anni, i casi di cancro nei bambini sono triplicati e le malformazioni congenite aumentate del 400%, mentre il numero di morti per tumori ai polmoni, mammella, colon prostata, è aumentato del 40%. Non è solamente l’esposizione diretta a produrre danni, ma molte patologie sono causate dai residui degli agrotossici che si accumulano nel terreno e nelle acque.

In alcune comunità rurali (Monte Maiz, Avia Terai, San Salvador) la quantità di glifosato che viene sparsa sul territorio è pari a 70-80 litri per persona e nel 70% degli abitanti la concentrazione dell’erbicida nel sangue è più che doppia rispetto al limite ritenuto «sicuro». Le fotografie di Piovano, con la loro forza comunicativa, ci mostrano i corpi e gli sguardi di coloro che stanno pagando il prezzo più alto. Fabian Tomasi ha lavorato per 20 anni in una azienda che forniva pesticidi e i cui proprietari sono morti entrambi per tumore.

Soffre di una grave forma di neuropatia e atrofia muscolare. La sua è diventata una delle voci più importanti contro l’impiego degli agrotossici. Jessica, 11 anni, vive con la sua famiglia nella provincia di Misiones, dove si coltivano soia e tabacco, con l’impiego massiccio di erbicidi e fungicidi. All’età di 7 anni è stata colpita da una patologia ai tendini che le impedisce di mantenere la postura eretta. Alfredo Ceran vive in provincia di Cordoba, dove ha lavorato come operatore nel distribuire i pesticidi sulle piante. Le sue mani sono corrose, ha gravi alterazioni al fegato e nel suo sangue sono presenti alte concentrazioni di glifosato.

Marta Elsa Cian vive nella provincia di Entre Rios, in prossimità di coltivazioni di soia che vengono irrorate di glifosato con gli aerei. Soffre di insufficienza respiratoria e neuropatia associata ad alterazioni ematiche e cardiologiche. Fabian ha 8 anni e vive in provincia di Misiones. Presenta idrocefalia e un irrecuperabile ritardo mentale. Sua madre nel periodo della gravidanza è stata esposta all’azione dei pesticidi usati nelle piantagioni di tabacco.

Lucas ha 5 anni e presenta fin dalla nascita una malattia della pelle (ittiosi) che produce sfaldamento e desquamazione cutanea. I suoi genitori hanno lavorato per anni nei campi a contatto di pesticidi. Sono queste alcune delle storie e delle immagini che Pablo Ernesto Piovano ha raccolto e portato alla nostra attenzione.