Emilia Romagna: «Aprire i cantieri autostradali». Pressioni dei pasdaran del CO2
Regione Le richieste riguardano il Passante di Bologna e le bretelle Campogalliano-Sassuolo e tra l’A22 e l’A13. Bonaccini: «Da mesi cerchiamo inutilmente un confronto con il Governo»
Regione Le richieste riguardano il Passante di Bologna e le bretelle Campogalliano-Sassuolo e tra l’A22 e l’A13. Bonaccini: «Da mesi cerchiamo inutilmente un confronto con il Governo»
L’Emilia-Romagna è malata di consumo di suolo: quasi il dieci per cento della superficie è cementificata, oltre due punti in più rispetto alla media nazionale, ma nonostante questo la Regione (a novembre si rinnovano giunta e consiglio), la Città metrolitana di Bologna e il Comune di Bologna hanno convocato una manifestazione per chiedere al governo di lasciar partire i cantieri del Passante di Bologna, della Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo e dell’autostrada regionale Cispadana, tra l’A22 e l’A13. Quest’ultima, programma dalla Regione nel 2006, segnale un rischio implicito dell’autonomia differenziata regionale che anche l’Emilia-Romagna vorrebbe vedersi riconoscere dal governo.
L’INIZIATIVA PRO autostrade si terrà sabato 9 marzo, a meno di una settimana dalla manifestazione globale contro i cambiamenti climatici. Niente piazza, però: l’appuntamento, dalle 10 alle 12, è al coperto, nella sala Maggiore del Palazzo dei Congressi in piazza della Costituzione, a Bologna, «d’intesa con tutte le associazioni d’impresa e le organizzazioni sindacali», spiega un comunicato di Regione Emilia-Romagna.
I tre progetti bloccati valgono 2,5 miliardi di euro. All’incontro è stato invitato il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che in questi mesi si sarebbe reso responsabile di uno sgarbo «alle Istituzioni, ai territori e alle comunità locali», secondo il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Che dice: «Abbiamo cercato ostinatamente in questi mesi un tavolo di confronto con il Governo ma purtroppo nulla è successo. Solo pochi giorni fa ho ricevuto una lettera del ministro Toninelli nella quale rimanda, sul Passante di Bologna, a una futura riunione non appena definite le modifiche progettuali con noi mai discusse. Ma, appunto, sono ormai mesi che siamo in totale assenza di fatti concreti, solo rinvii».
A questo tris di nuove infrastrutture autostradali, osteggiate da comitati e associazioni come Legambiente Emilia-Romagna, si accompagna una quarta, la Ti-Bre (Tirreno-Brennero), che è in costruzione e nel 2018 è valsa al piccolo Comune di Sissa Tre Casali, in provincia di Parma, la «coppa» del più cementificato d’Italia, avendo perso ben 74 ettari di terreni agricoli sepolti da cemento e asfalto.
«UNA PAGINA TRISTE per questa regione. È incomprensibile avviare uno scontro istituzionale e sociale a favore delle autostrade, simbolo del passato e di un trasporto ad alto impatto», scrive Legambiente Emilia-Romagna in una lettera aperta rivolta ad istituzione e parti sociali per chiedere di non assecondare l’iniziativa. «Il gesto è simbolico, un messaggio gravissimo, una distanza siderale rispetto alle piazze del #fridayforfuture, come quella di Parma da cui ti parlo», spiega al telefono con il manifesto Lorenzo Frattini, presidente dell’associazione.
«Gli slogan contano, e così le bandiere – continua -: dai primi giorni di febbraio tutti capoluoghi dell’Emilia-Romagna sono costantemente sopra i limiti delle PM10, con gran parte dei capoluoghi che sono già oltre i 25 giorni di sforamento sui 35 consentiti in un anno. La città di Ferrara ha addirittura già superato il limite». Secondo Legambiente, «la chiamata a scendere in piazza a favore delle autostrade appare come la campana a morto di una stagione ormai lontana. Stagione in cui la nostra regione produceva innovazione e idee all’avanguardia per il Paese. Oggi sembra rimanere in campo solo il pragmatismo, incapace di discriminare tra le necessità di uno sviluppo sostenibile e logiche del passato».
La logica dei combustibili fossili che alimentano una mobilità privata su gomma, una strada senza uscita. Per rispondere all’inquinamento dell’aria servono altri investimenti: il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna, nuove linee di tram e il potenziamento del trasporto ferroviario regionale.
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