In un incontro con Dacia Maraini (organizzato da Laura Fortini il 3 marzo scorso all’università di Roma Tre, prima del lockdown) la scrittrice ha affermato che l’etica deriva dalla capacità di immaginare il dolore degli altri. Ma che cosa accadrebbe se l’immaginazione, e con essa, il senso di realtà non fossero più organizzate, ma si confondessero nell’indistinzione? Che succederebbe se l’equilibrio tra cenestesi, la capacità di sentire la nostra carne dall’interno, e il bisogno di riconoscersi dall’esterno come oggetto di percezione fosse mandato in crisi? PER IMMAGINARE bisogna conservare le tracce del confine tra noi e gli altri, ciò che...