«L’anno del rilancio», così la sindaca di Torino Chiara Appendino ha definito solo pochi giorni fa il 2020, è iniziato con un piccolo ma significativo terremoto politico. Aldo Curatella, ingegnere eletto nel 2016, ha abbandonato il M5s ed è passato al gruppo misto del Comune di Torino. La maggioranza pentastellata scende a quota ventuno, dopo le dipartite di Deborah Montalbano e Marina Pollicino nei mesi passati.

Aldo Curatella ha pubblicato una lunga riflessione sulla sua pagina social, in cui ha elencato i punti programmatici rimasti inevasi o capovolti da parte di Appendino e della sua maggioranza: tra tutti la capriola sulla sperimentazione della rete 5G, divenuta faro della politica legata allo sviluppo cittadino, che ha portato Paola Pisano, già assessora a Torino, a Roma dove ricopre la carica di ministra dell’Innovazione. Curatella è rimasto alla visione originaria del M5s, fondata sul principio di precauzione, e mai ha digerito il capovolgimento radicale.

L’ingegnere torinese, che riverbera in chiave locale le posizioni e le parole di Gianluigi Paragone, avanza poi pesanti e ambigue critiche sulla terzietà del M5s: «Il motto ‘uno vale uno’ non voleva indicare che uno vale l’altro ma che ciascuno contava, in modo orizzontale, per portare poi avanti azioni politiche discusse e valutate nel merito e non basate su personalismi, interessi personali o, peggio ancora, privati».

All’accusa di incoerenza i suoi colleghi rispondono a loro volta accusandolo di incoerenza perché «non molla la poltrona», mentre sui punti avanzati dal consigliere ex 5 Stelle sorvolano. Così la rete social pentastellata in breve tempo si scatena sul binomio “coerenza-poltrona” e Aldo Curatella finisce nel centro di un ciclone: le sue ragioni, si perdono.

Ma non tutti i 5 Stelle hanno voglia di spostare l’oggetto della discussione. La consigliera Daniela Albano, astrofisica e docente, risponde così: «Ma basta con queste richieste di dimissioni! Dove sta la coerenza nel M5S ormai? Tutti a chiedere coerenza in un posto dove non si conosce neanche più il significato della parola. Dove erano tutti i “coerenti” quando un governo 5 Stelle ha dato il via libera a Tap, Tav e terzo valico?». Domande che rimangono senza risposta, ma anche senza particolari critiche: da ieri infatti lei è una consigliera da trattare con i guanti di velluto dato che è considerata una “rigida grillina” e di fatto il suo voto sostiene la debolissima maggioranza di Chiara Appendino.

Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd in corsa per la candidatura a sindaco di Torino, commenta: «Torino ha urgente bisogno di un nuovo progetto, di un nuovo programma e di un’altra amministrazione. Si restituisca quindi, quanto prima, la parola ai cittadini torinesi. Appendino si assuma le sue responsabilità in prima persona e fino in fondo».