L’annuncio lo ha dato prima sui social, in un video registrato al Monte dei Cappuccini con la città di Torino e la Mole sullo sfondo. Pause meditate, frasi concise, un mix di pubblico e privato nei contenuti. La sindaca Chiara Appendino ha sciolto così le riserve annunciando l’intenzione di non ricandidarsi. «Ho deciso di fare un passo di lato: non correrò nuovamente per la carica di sindaca della città di Torino. È una scelta di coerenza».

Una decisione su cui pesa la condanna a 6 mesi per falso in atto pubblico inflittale dal Tribunale per il caso Ream, con l’accusa di un’errata imputazione a bilancio di 5 milioni. «Ho sempre operato nell’esclusivo interesse del Comune, che, al massimo, mi accusano di aver favorito ’ingiustamente’, e farò ricorso in appello ma la condanna, anche se di lieve entità, resta tale. E in politica, prima di ogni cosa, bisogna essere coerenti con i propri principi». Si dice certa di aver agito in buona fede: «Tuttavia le tempistiche per arrivare a sentenza vanno oltre la scadenza elettorale del 2021».

LA NOTIZIA ERA NELL’ARIA. Dopo settimane di indiscrezioni e dopo averla annunciata ai consiglieri M5S e aver pubblicato il video su Fb, la sindaca ha comunicato la decisione ai media nella Sala Colonne di Palazzo di Città. «Nonostante abbia ricevuto tanto affetto, ho ritenuto giusto prendere questa scelta, dolorosa ma necessaria. L’ho fatto per coerenza alle regole con cui la mia squadra e io ci siamo candidati». E, con un auspicio, ha precisato: «È il momento che non si parli più di Appendino, ma che le forze politiche inizino a parlare del futuro della città e mi spenderò per questo. Si mettano da parte gli interessi di bottega, i personalismi: l’oggetto di discussione deve essere la città e che futuro la città vuole».

ELETTA NEL 2016 sconfiggendo Piero Fassino, facendo il pieno di voti nelle periferie, con gli attivisti ai cancelli di Palazzo di città che urlavano «onestà, onestà», Chiara Appendino ha vissuto quattro anni in salita: la tragedia di piazza San Carlo, le inchieste che hanno travolto i suoi collaboratori più fidati (il capo di gabinetto Paolo Giordana e il portavoce Luca Pasquaretta), le frizioni nella maggioranza (la «cacciata» del vicesindaco Guido Montanari contrario al Salone dell’Auto al parco del Valentino), la discussa candidatura alle Olimpiadi invernali e i dissidi con gli ambientalisti e i comitati che speravano in una svolta green. La sindaca, ieri, ha voluto rivendicare il lavoro svolto: «Abbiamo portato avanti decine di interventi nelle periferie su scuole, giardini, aree verdi e investito 45 milioni di euro e ne serviranno altrettanti nei prossimi anni.

Abbiamo messo in piedi un piano di inclusione sociale, che vale 9 milioni, con percorsi di accoglienza e sostegno alla genitorialità. E ancora, oltre 15 milioni per la manutenzione stradale. E infine, un occhio di riguardo su ambiente e mobilità che per Torino sono e saranno determinanti. E poi la vittoria delle Atp Finals, che porteranno Torino sul palcoscenico del tennis mondiale». Proprio sul fronte tennistico, Appendino è da poco stata eletta nel consiglio federale della Fit, la Federazione italiana tennis. E per lei è probabile che si aprano le porte di una carriera politica nazionale, a partire da quegli Stati generali che dovrebbero darle un ruolo di primo piano nel M5S, da cui è al momento autosospesa. «Chiara è una risorsa e continuerà ad esserlo», ha dichiarato ieri Luigi Di Maio.

MANCANO OTTO MESI alle comunali di Torino e gli scenari restano aperti, soprattutto dopo l’uscita di scena dell’attuale sindaca. E mentre il Pd ragiona di primarie, rimane in ballo la possibilità di un candidato giallorosso. «Un accordo? Non so quante probabilità ci siano e mi sembra un ragionamento prematuro», ha detto Appendino. Il nome su cui potrebbero convergere gli alleati di governo è quello del rettore del Politecnico Guido Saracco. Un’alleanza che non piace all’attuale capogruppo dem in Consiglio, Stefano Lo Russo, che ieri ha paragonato Appendino a «una sorta di comandante Schettino in salsa sabauda che abbandona la nave che ha portato a sbattere sugli scogli».