Il 16 marzo, il nostro collaboratore Mauro Donato, fotoreporter sceso con i nostri volontari in Serbia, è stato arrestato mentre si trovava alla frontiera di Šid e faceva ritorno in Italia.

Mauro è ingiustamente accusato di aver rapinato e accoltellato tre ragazzi migranti.

Subito dopo l’aggressione, i ragazzi aggrediti hanno specificato alla polizia di conoscere gli autori della rapina, tutti e sei iraniani, uno di loro in possesso di passaporto italiano. La polizia ha quindi sottoposto loro una vecchia foto di Mauro, non corrispondente al suo aspetto attuale, in cui in un primo momento hanno identificato uno degli autori del fatto contestato. Appena informati che della loro aggressione era stato erroneamente imputato.

Mauro, conosciuto proprio a Šid nel suo ruolo di fotoreporter, si sono immediatamente attivati per parlare con la polizia locale e poi con la procuratrice. In udienza hanno testimoniato, uno dopo l’altro, la sua innocenza e la sua totale estraneità con l’aggressione da loro subita.

Questo succedeva il 19 Marzo.

Nonostante le accuse a carico di Mauro siano state perciò contraddette e la sua identificazione sia stata smentita proprio dalle stesse vittime, Mauro è tutt’ora in carcere in Serbia. La procuratrice, già il giorno precedente, aveva deciso di non ascoltare i testimoni che erano con lui nel momento in cui la rapina avvenne, i quali lo avrebbero scagionato ulteriormente.

Nonostante le evidenze presentate, il tribunale ha sempre posticipato, giorno dopo giorno, la data dell’udienza che porterebbe alla scarcerazione definitiva di Mauro e alla sua libertà.

A oggi, una settimana dal suo arresto, non si hanno ancora comunicazioni ufficiali della data di udienza per ascoltare i testimoni. Mauro è in carcere, da innocente in un Paese straniero, lontano dalla sua famiglia, dalla sua normalità e dai suoi affetti più cari.

Ci rivolgiamo quindi al Tribunale di Sremska Mitrovica, nonché all’intero sistema giudico serbo, per chiedere l’accelerazione delle procedure, in modo da chiarire al più presto e velocizzare la scarcerazione di Mauro Donato.

Ci rivolgiamo alla procuratrice Draginja Lukic Ciric, con la richiesta di ascoltare il prima possibile i testimoni che scagionano totalmente Mauro, come Andrea Vignali, videoreporter e collega di Donato e Gloria Gemma, nostra volontaria presente con loro a Šid.

One Bridge to Idomeni è una Onlus italiana che da due anni segue la situazione dei migranti sulla rotta balcanica, specialmente nei campi informali dove porta aiuti umanitari e volontari a supporto.

La raccolta di testimonianze sul posto fatta da chi ha operato lungo la Balkan Route è un presupposto fondamentale per la creazione di un flusso costante di attenzione sulla condizione migrante.

Per questo, One Bridge to Idomeni dichiara la propria piena solidarietà a Mauro Donato e ne chiede il rilascio ed il proscioglimento immediato.

Per sottoscrivere l’appello per la scarcerazione di Mauro Donato, puoi mandare il tuo nome e cognome alla mail info@onebridgetoidomeni.com o scriverci direttamente tramite la Pagina Facebook.