I I Martedi scorso le piazze di molti quartieri della periferia di Roma, dal Quarticciolo a Rebibbia a Primavalle a Corviale e oltre, si sono affollate di inquilini delle case di edilizia pubblica, accompagnati dal sindacato e dai comitati che in questi anni hanno preso a lavorare in queste zone. Motivo della mobilitazione: chiedere che finalmente venga messa mano alla ristrutturazione di questi complessi immobiliari, che da tempo l’aspettano ma mai l’hanno ottenuta per assenza di fondi.

Oggi il progetto 110 % può e deve essere utilizzato anche per loro. Contemporaneamente una delegazione ha consegnato una lettera al nuovo direttore generale di Ater (l’Ente da cui dipende l’edilizia pubblica), Luca Manuelli, chiedendo un incontro, che è stato accordato per il prossimo 9 di marzo. Questi immobili di edilizia pubblica hanno bisogno di interventi strutturali non più rimandabili. La maggior parte delle case hanno infiltrazioni e muffa; in alcune scale ci sono problemi di risalita fognaria; la mancanza di ascensori ha di fatto murato vivi anziani e invalidi; piove in casa, o si rimane senza riscaldamento. L’applicazione del 110% alle case Erp può anche mettere a disposizione nuovi alloggi. Molti appartamenti risultano infatti non assegnati perché inagibili.

I Comitati chiedono anche che si fermi la vendita degli immobili residenziali. Fino ad ora, l’unico modo per intervenire sulle manutenzioni é stato quello di venderle, e l’Ater continua a farlo. «Il patrimonio pubblico-dicono gli inquilini- è una risorsa che va valorizzata, non permetteremo più a nessuno di svendere le nostre ricchezze». Non solo:

«La transizione ecologica – sostengono – deve essere per tutti e tutte. Pensare l’abitare oggi vuol dire offrire alloggi innovativi ed ecosostenibili». Durante la manifestazione nei quartieri sono stati calati striscioni dai tetti, gli abitanti hanno esposto cartelli e sfilato simbolicamente con gli ombrelli per ricordare che in casa gli piove in testa.

Oggi l’appuntamento, per tutti, sarà, alle 17, al Campidoglio, per chiedere che venga messo a punto un vero Piano casa per la città. Per questo occorre unificare le lotte sull’abitare, rifiutando la divisione artificiale fra chi è sotto sfratto, sotto sgombero o in graduatoria per l’assegnazione.
Serve l’unione delle lotte sull’abitare, questo l’obiettivo dei comitati.
* Comitati case popolari Ater Lamaro, Ostia/Acilia, Primavalle, Quarticciolo, Spinaceto, San Saba