Non è iniziata nel migliore dei modi l’avventura politica del primo sindaco leghista pugliese. Il primo cittadino di Apricena, Antonio Potenza, è stato infatti arrestato e posto ai domiciliari con altre due persone nell’ambito di una indagine della Procura di Foggia, su alcune presunte irregolarità nelle gare per l’aggiudicazione di commesse pubbliche.

Gli altri arrestati sono l’assessore all’Ambiente e al Verde Pubblico Ivan Augelli, consigliere comunale all’epoca dei fatti, e un imprenditore. L’ordinanza cautelare ha riguardato 15 persone: gli altri 12, tra pubblici ufficiali e professionisti, sono stati sottoposti a misure di natura interdittiva. Complessivamente sono 25 le persone coinvolte nell’inchiesta denominata «Madre Pietra».

Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, sono partite dopo una denuncia su alcune irregolarità relative a gare d’appalto nelle quali, secondo l’accusa, sarebbe stato favorito un imprenditore molto vicino al sindaco.

Il sindaco di Apricena è al suo secondo mandato e, dopo undici anni di militanza in Forza Italia, ha aderito alla Lega di Salvini nel maggio 2018, anche se ieri Luigi D’Eramo, segretario regionale della Lega, ha dichiarato che Potenza non risulta iscritto al partito. Alle ultime amministrative si è infatti presentato con una lista civica da lui promossa nel 2012, «Uniti per Cambiare», battendo con una percentuale del 71% dei consensi l’avversario del Pd.

Nell’ordinanza si legge che le gare pubbliche o le forniture di servizi venivano affidati sulla base di rapporti personali tra il sindaco e gli imprenditori. Secondo l’accusa era stato creato un vero e proprio «comitato d’affari» gestito dal primo cittadino e dall’assessore. Tanto che Potenza avrebbe costretto una sua collaboratrice, vincitrice di un concorso pubblico al Comune, a cedere il posto in graduatoria ad un suo protetto risultato poi vincitore.

Al sindaco viene inoltre contestato l’utilizzo dell’auto del Comune per svolgere, almeno in due occasioni, commissioni private.

Infine avrebbe affidato verbalmente, senza regolare gara pubblica, a un imprenditore a lui vicino, la fornitura e l’installazione di telecamere di sorveglianza alla sede comunale. In cambio, l’imprenditore avrebbe bonificato l’ufficio del sindaco scovando due microspie.

All’assessore Ivan Augelli, all’epoca dei fatti (nella precedente amministrazione guidata da Potenza) consigliere comunale, la Procura contesta di aver indotto, sfruttando la propria funzione pubblica, un imprenditore vincitore di una gara per l’abbattimento e la manutenzione degli alberi a consegnare una partita di legname ad una persona di sua fiducia.

Dalle indagini è emerso anche il presunto condizionamento della gara pubblica da 120mila euro per la realizzazione di una rotatoria. Quattro imprenditori di Apricena avrebbero costituito un cartello di imprese, turbando attraverso la presentazione di «offerte di comodo» la procedura consentendo ad una di esse di aggiudicarsi illecitamente la gara.

Nell’inchiesta rientrano anche i lavori di miglioramento sismico della caserma dei Carabinieri finanziati, oltre che dall’ente locale, anche dalla Regione Puglia e oggetto di procedura negoziata di gara pubblica. Secondo gli investigatori il direttore dei lavori del Comune, il responsabile del settore Lavori Pubblici e Patrimonio ed il rappresentante legale della società aggiudicataria dei lavori avrebbero firmato atti ideologicamente falsi relativi alla data di inizio dei lavori, inducendo in errore la Regione Puglia e procurando alla società aggiudicataria un ingiusto profitto patrimoniale.

Errata Corrige

L’articolo è stato modificato in data 10 ottobre 2023 in rispetto del diritto all’oblio di uno dei soggetti interessati.