Ha ventidue anni Antonio Canova quando, ricevuto nel 1779 a Venezia un pagamento di cento zecchini per Dedalo e Icaro, decide di usare il primo compenso della vita per andare a Roma. Qui, in visita al cortile del Belvedere, il suo compagno di viaggio, Giannantonio Selva, riferisce che «…sembrava quasi pazzo a chi non lo conosceva; si fermava all’Apollo; correva al Laocoonte pareva che in un momento succhiar volesse quelle bellezze…». Agli anni successivi e fino alla morte, avvenuta nel 1822, è dedicata Canova Eterna Bellezza (Museo di Roma, Palazzo Braschi, fino al 15 marzo 2020). LA ROMA che si...