Sebbene sia stato scritto prima della pandemia, l’ultimo saggio del climatologo Antonello Pasini parta proprio da un virus per spiegare il concetto di rischio, mentre mette a fuoco parole-chiave come pericolo e vulnerabilità: «A parità di ‘pericolo virus’… il rischio aumenta all’aumentare della vulnerabilità del singolo». Sembrano parole vaghe, buone soprattutto per la diffusione mediatica; ma il pericolo, la vulnerabilità, e l’esposizione sono appunto le variabili di L’equazione dei disastri (Codice edizioni, pp.184, € 16,00) che dà il titolo al libro di Pasini e aiuta a prevedere e prevenire le catastrofi prossime venture.

Il pericolo proviene dal riscaldamento dell’atmosfera, che tuttavia non è un fenomeno univoco per tutto il pianeta. A latitudini diverse può dare vita a fenomeni anche contraddittori tra loro: siccità e fusione dei ghiacciai, ma anche piogge torrenziali, inondazioni, migrazioni bibliche. Oggi sappiamo che la causa è l’effetto serra accentuato dalle nostre emissioni; che sia colpa nostra è una buona notizia, spiega Pasini: «possiamo agire sulle cause se non vogliamo che la temperatura salga troppo e se vogliamo evitare gli effetti indesiderati di questa salita».

L’aumento della temperatura è, tuttavia, solo una delle componenti del rischio. L’altra è l’aumentata vulnerabilità del territorio, di cui Pasini prende in esame tutti gli aspetti della dissennata gestione. La cementificazione, lo sfruttamento dei bacini fluviali, l’antropizzazione dei litorali sono fattori che non agiscono direttamente sul mutamento climatico ma ne accentuano il potenziale distruttivo. Peraltro, spiega Pasini, questi fattori sono indipendenti solo in parte: le distese di asfalto delle nostre città non accentuano solo gli effetti delle «bombe d’acqua», ma contribuiscono alle loro cause, in quanto «il suolo cittadino ha incrementato la quantità di pioggia a causa del maggiore attrito e della maggiore temperatura». Il rischio climatico si può calcolare, dunque, e poi agire per diminuirlo.

Della lotta ai cambiamenti climatici Pasini è un protagonista diretto, sia come scienziato che come cittadino, e la sua documentazione aggiornata consente di capire perché sia tempo di rimboccarsi le maniche e come farlo. La pandemia e la crisi economica non sono un alibi per evitare di occuparsi dell’imminente disastro climatico: assomigliano, piuttosto, a una prova generale.