Mentre Ankara è impegnata ad attaccare il Pkk, i jihadisti dello Stato islamico ne hanno approfittato per entrare a Marea e Um Hosh, città del Nord di Aleppo nel Kurdistan siriano (cantone di Efrine), controllate dall’Esercito libero siriano, in una delle safe-zone turco-americane nel Rojava. 25 sono i morti tra i ribelli siriani. Lo scorso lunedì le autorità turche avevano lasciato entrare le brigate jihadiste, Sultan Murad e Fatih Sultan Mehmet, dalla frontiera di Azaz. Sul provato sostegno di Akp a Isis, anche Russia e Iran hanno redarguito Erdogan.

Il ministro degli Esteri di Tehran, Javad Zarif ha cancellato all’ultimo momento la sua visita a Istanbul. E la tensione resta altissima in tutto il paese. Altri 17 raid nel Kurdistan turco hanno preso di mira le basi del Partito di Ocalan ad Hakkari. Dopo i sei poliziotti e militari uccisi lunedì in quattro attentati, ieri un soldato è rimasto ucciso in un attacco dei combattenti del Pkk nella provincia di Sirnak.

Due combattenti del Pkk sono stati uccisi nella provincia di Bingol. Gli scontri con la polizia sarebbero scoppiati a seguito del tentativo dei guerriglieri kurdi di entrare nel villaggio di Elmali. Le unità antiterrorismo della polizia turca hanno arrestato 23 combattenti del partito di Ocalan. I raid hanno preso di mira anche militanti dei movimenti giovanili (Ydg-h).

Dall’inizio delle operazioni sono almeno 1600 gli arresti soprattutto tra i militanti di sinistra. Hatice Asik, esponente del Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-c) e protagonista dell’attacco di lunedì contro il consolato degli Stati uniti a Istanbul, era stata appena rilasciata dopo tre anni di prigione. La donna è stata nuovamente arrestata. Secondo gli inquirenti, Asik avrebbe potuto farsi saltare in aria davanti al ministero della Giustizia nei prossimi giorni. Esponenti di Dhkp-c avevano ucciso il giudice Mehmet Selim Kiraz nel marzo scorso, chiedendo che venissero resi noti i nomi dei poliziotti responsabili della morte di Berkin Elvan, ucciso nelle contestazioni del 2013.

Non si fermano neppure gli attacchi contro la magistratura. L’ex procuratore di Bakirkoy a Istanbul, Zekeriya Oz, e il giudice Celal Kara sono fuggiti in Armenia dopo il mandato di arresto emesso lunedì. Oz aveva aperto un’inchiesta su un tentativo di colpo di stato nel 2013. Le accuse contro di loro sono di aver formato un’organizzazione criminale e tentato di far cadere il governo.

Sono tornate anche le intimidazioni contro la squadra del Fenerbahce. Il calciatore Mehmet Topal è uscito illeso da una sparatoria mentre rientrava dagli allenamenti nel distretto di Sancaktepe a Istanbul. Il 6 aprile scorso il pullman del Fenerbahce era stato attaccato da uomini armati che avevano ferito l’autista. Sembra ci siano regolamenti di conti personali, legati alle indagini anti-corruzione, dietro l’agguato.

Tutto questo avviene mentre la Turchia è senza governo. Non si fermano i colloqui tra il partito Giustizia e Sviluppo (Akp) e i kemalisti (Chp) di Kemal Kilicdaroglu, arrivati secondi al voto del 7 giugno. Il round di lunedì si è chiuso con un nulla di fatto.

Un ultimo tentativo per la formazione di un governo di coalizione si terrà domani. Escluse le carte di un governo di minoranza e di un esecutivo «balneare» per andare ad elezioni anticipate, il premier in pectore Ahmet Davutoglu sarebbe propenso alla formazione di un governo di unità nazionale. Secondo Kilicdaroglu, questa eventualità viene osteggiata da Erdogan che punterebbe su elezioni anticipate per guadagnare consensi tra i kurdi conservatori che potrebbero transitare dal Partito democratico del popolo (Hdp) agli islamisti moderati di Erdogan in seguito al nazionalismo turco innescato dagli attacchi anti-Pkk. Il leader kemalista ha posto come condizione per la formazione di un governo con Akp una nuova impostazione più «pacifica» in politica estera.

Cresce anche la rivalità tra Erdogan e Demirtas. Il presidente turco ha accusato Demirtas di «insulti e diffamazione». Il leader Hdp aveva chiesto un cessate il fuoco immediato e il ritorno al tavolo negoziale. Eppure il comitato di Imrali, incaricato da Hdp di negoziare con Akp, ha accusato il governo di aver perso completamente credibilità nel suo intento di impegnarsi nel processo di pace con il Pkk.