Annunciato repentinamente con avvio scattoso anche quest’anno, Animaphix rilancia a Bagheria (PA) la sua proposta accorta di cinema d’animazione d’autore. Con la nuova direzione artistica di Andrea Martignoni, pluripremiato mago di musiche e suoni inconsueti e figura nota a livello internazionale nell’ambito del film animato, il piccolo ma competente festival siciliano si articola da mercoledì 29 a domenica 2 agosto. Piatto forte di questa 6ª edizione è la retrospettiva sulla prestigiosa e longeva animazione polacca, vero polo di sperimentazione e creatività sotto ogni tipo di regime.

Alla settecentesca Villa Cattolica, dove ha sede il Museo Guttuso, sono 30 i film proiettati all’aperto: dai lavori rappresentativi della Scuola Polacca di Animazione agli autori contemporanei come Piotr Dumala, Tomek Ducki e Mariusz Wilczynski. Quest’ultimo, veterano docente presso la scuola di Lodz, è fra l’altro fresco di menzione speciale all’ultimo festival di Annecy, quest’anno online, per il suo lungometraggio Kill it and leave this town. Grafica minimale e surrealismo disperato, in parte autobiografico per le scomparse che davvero hanno segnato il percorso del film e del suo autore, l’opera presenta i ricordi in forma di una grande città immaginaria da cui infine fuggire per tornare alla realtà.
In collaborazione con il festival partner Etiuda & Anima di Cracovia, e il supporto del Ministero della Cultura di Polonia e del Polish Film Institute, il focus presentato a Animaphix si articola in tre segmenti. Nella prima serata la direttrice del festival polacco, Katarzyna Surmacz, illustrerà il progetto «Polish School of Animation – New Way», con una retrospettiva storica. La scuola polacca di animazione è nata alla fine degli anni cinquanta sotto l’egida di Jan Lenica e Walerian Borowczyk (più noto per i suoi film erotici surreali quali Racconti immorali e La bestia), autori di Dom (Casa,1958), ultimo cortometraggio realizzato insieme e ispirato alla tradizione avanguardista francese degli anni ‘20. Tra i film storici spiccano anche: Red and Black (1963), western dipinto su pellicola di Witold Gierzs, Hobby (1968) di Daniel Szczechura, metafora dello schiavismo politico e della lotta per la libertà, Reflesky (1978) di Jerzy Kucia, ironica riflessione sulla vita. Viene riproposto a 40 anni di distanza anche il capolavoro a incastri Tango (1980) di Zbigniew Rybczynski, accurata compressione del tempo e dello spazio in cui agiscono, senza toccarsi, decine di personaggi. Tango ottenne il primo premio Oscar della storia del cinema polacco.

La seconda parte della retrospettiva è dedicata agli autori contemporanei, di cui si mostrano tra gli altri Grade Death (2002), creata da Mariusz Wilczynski per l’ultima canzone del noto cantante polacco Grzegorz Ciechowski, Baths (2013) di Tomek Ducki, riflessione sul tempo, sulla terza età e sui limiti del reale, e il crudo Hippos (2014) di Piotr Dumala, già ospite di Animaphix nel 2017, autore quest’anno del film in concorso Last Supper (2019).

La terza parte è centrata sulle animazioni realizzate da artiste polacche, che si sono distinte per talento, sensibilità e inventiva. Presenta dal vivo i suoi film Wioletta Sowa, regista di Refreny (2008) che racconta la commovente storia di tre donne di tre generazioni, realizzata al computer – la regista ha dipinto su un tablet, con pennelli virtuali, da lei stessa sviluppati – e di Xoxo (2016), un gioco a cavallo tra piacere e sensualità. Anche Izabela Plucinska, regista di Esterhazy (2009), trasposizione del celebre racconto di Hans Magnus Enzensberger, è presente. Esterhazy: un coniglio a Berlino narra le avventure del piccolo coniglio di nobile casata, alla ricerca di una moglie da trovare tra i conigli che vivono all’interno di quella striscia di terra che divideva le parti Est e Ovest del muro di Berlino. L’autrice è anche in concorso con Portrait of Suzanne (2019), suo ultimo lavoro liberamente tratto da un surreale racconto dello scrittore francese Roland Topor.