Il genere è sempre quello della young adults fiction, la narrativa per quei giovani adulti che ne costituiscono il target e dovrebbero garantirne il successo accorrendo in massa alle proiezioni dei film incentrati sui loro eroi preferiti. Fallen di Scott Hicks, uscito nelle sale italiane giovedì scorso, è infatti il primo capitolo di una serie di film tratti da altrettanti best seller come già la serie di Twilight, Hunger Games e molti altri – indirizzati agli adolescenti e ambientati in universi fantasy (come nel caso di Fallen) o distopici.

La loro validità è altalenante, sul grande schermo come sulla pagina stampata: si va dai romanzi affini al genere harmony trasposti in costose soap opera come Twilight a narrazioni intelligenti, aperte e critiche verso il mondo contemporaneo e adattate per il cinema con stile visionario come nel caso della quadrilogia di Hunger Games.

Nel film di Scott Hicks – appartenente alla prima categoria – la protagonista adolescente si chiama Luce, una diciassettenne perennemente accigliata che ci viene presentata mentre fa il suo ingresso in un istituto per ragazzi problematici, la Sword and Cross – cupo edificio avvolto dalla nebbia che pare uscito da un romanzo gotico inglese. Lì conosce Daniel, di cui si innamora immediatamente per poi scoprire che è un angelo caduto, variante del satana miltoniano (alla Sword and Cross si studia praticamente solo Il paradiso perduto) condannato a vivere sulla terra per il suo desiderio di trovare l’amore .

Le dinamiche della trama ricalcano però pedissequamente quelle di Twilight, con la protagonista al centro di un triangolo amoroso con ben due creature fantastiche – in quella serie un vampiro e un lupo mannaro, qui due angeli – e la tensione sessuale che dovrebbe scaturire dalla proibizione di consumare l’amore (neanche con un casto bacio) che sarebbe fatale per la donna umana.

Il primo episodio di Fallen, nella sua versione letteraria firmata da Lauren Kate, esce nel 2009, a un anno di distanza dall’ultimo capitolo di Twilight – la creatura di Stephanie Meyer con all’attivo oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo.
La strategia di far subito seguire a un prodotto per young adults un altro analogo è stata adottata anche dagli Studios, che hanno fatto scorta di diritti per titoli adolescenziali. Al cinema però con risultati alterni: capitalizzare sul vuoto siderale di idee narrative e visive non è in sè la formula del successo. Lo dimostra anche da noi la sorte di Fallen: appena 600.000 euro di incasso nel primo weekend e destinato a non lasciare traccia.