Come si legge in una sua poesia: Possiamo cantare senza bere/ Era possibile/Ma era impossibile bere senza/Cantare il Blues Andy Clausen era un operaio della poesia. Il suo modo di scrivere saltellava dal 4° secolo prima di Cristo fino ai giorni nostri e attraversava gli stati d’animo dove «La bellezza non è morta, una visione per il futuro non muore Il romanticismo e l’amore non sono morti… Solo i capi televisivi nichilisti, solo i codardi fascisti, sono morti solo coloro che vogliono che la conoscenza sia proprietà privata». Accedi! …è il titolo di una sua poesia.

Lavorando per gran parte della sua vita come operaio edile, attivista sindacale sindacato, tassista e operaio di segheria, Andy Clausen ha sempre vissuto dalla parte della classe operaia e in prima persona ha attraversato i cambiamenti sociali e culturali dagli anni 60 ai nostri giorni. Per raccontare con la sua scrittura poetica stravagante, che Ernst Bloch definiva di «illuminazioni anticipatorie» la sua visione energica, emozionale e politica. Influenzato dagli stili e dalle visioni dei primi beat ha portato avanti le loro tradizioni in uno stile poetico originale, spesso declamato in pubblico, pieno di fervore morale e materialità terrestre. Vivendo la poesia, come Gregory Corso scriveva di se stesso «I am the poetry I write» – Io sono la poesia che scrivo. Diceva Allen Ginsberg: «La voce di Andy Clausen è eroica, una vox populi dell’inconscio democratico, un personaggio di uomo lavoratore con pensiero ’divino medio’… Se fosse possibile, darei la mia scelta a un presidente Clausen».

Numerosi sono i readings che Andy Clausen ha tenuto in molte università, prigioni, parchi, case e caffè negli Stati Uniti ma anche in Europa ad Amsterdam, a Praga, in Grecia e anche in Belgio, dove era nato nel 1943 ed emigrato in America a tre anni. Come molti dei beats ha viaggiato e scritto poesie in India, in Tailandia e in Nepal, dimostrando le sue affinità con il Buddismo come per gli ideali di giustizia e i valori del socialismo, in forma anarchica, senza tralasciare l’ amore e i drammi sentimentali influenzati da Majakowskij. Sono 14 i libri di poesia che ha pubblicato, tra questi La casa del Blues, La Cortina di ferro dellìamore, L’uomo del 4° secolo (BC), Poesie per la nazione (co-edited con Ginsberg e Eliot Katz), Gli ultimi giorni della Beat Generation, il racconto delle sue avventure con Allen Ginsberg, Gregory Corso, Ray Bremser, Janine Pommy Vega, Peter Orlovsky, Jack Micheline, Bob Kaufman e molti altri attraverso molti decenni di conflitti sociali, di guerra fredda e guerra reale nel Vietnam, di rivoluzione psichedelica e nuovi modelli di vita comunitaria. Interpretando quel blues che Andy scriveva in un viaggio che a metà Luglio lo riporta a Woodstock, dove alla Woodstock Artists Graveyard verranno portate le sue ceneri per incontrarsi poi al Shivastan Poetry Ashram dove si terrà una celebrazione open-mic sulla vita e il lavoro di Andy Clausen.

Proprio a Woodstock dove più di cento anni fa nel 1902 venne fondata la Byrdcliffe Colony una prima comunità utopica di artisti, musicisti, scrittori e artigiani. Una storia che si è ripetuta negli anni 60 come meta di beats e comunità di hippies, scandita dal grande concerto del 1969, Anche Bob Dylan ci viveva ai tempi del suo incidente in motocicletta, proseguendo nel tempo e nelle scelte di vita. Andy abitava tra i boschi a Mount Tremper poco distante da Woodstock, risalendo di cento miglia da New York il corso del fiume Hudson. Ci vive Ed Sanders e il gruppo dei Fugs è tornato in concerto un anno fa alla Byrdcliffe Barn. C è Shiv Mirabito allo Shivastan Poetry Ashram Lybrary che organizza conferenze e letture in giardino e tra pittori, scrittori e pionieri della video-comunicazione c’è Dee Dee Halleck, fondatrice della tv satellite Deep Dish TV (adesso on-line internet) è lei che una ventina di anni fa, per un caso di comunicazione globale, mi ha invitato a partecipare, io che sono di Roma, al Forte Prenestino ad un convegno internazionale di video comunicazione digitale, in una grotta affrescata di graffiti un nutrito gruppo di super esperti, che a me sembravano più hackers pier-to-pier arrivati da USA, Corea, Canada e vari paesi europei miracolosamente riuniti.

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A Raymond Foye che è stato molto vicino a Andy Clausen fino all’ ultimo, che vive a Woodstock scrittore, curatore, editore che recentemente ha pubblicato insieme a George Scrivani le ultime poesie di Gregory Corso The Golden Dot, abbiamo fatto alcune domande:

So che sei stato molto vicino ad Andy Clausen negli ultimi mesi, vorrei chiederti quali sono i tuoi sentimenti e le tue esperienze con lui descrivendone la personalità, gli ideali e la sua poesia
Da una citazione di Andy Clausen: «La poesia è una forma di conoscenza». Mi piace questa citazione perché riconosce la poesia come una forma di conoscenza, una forma di filosofia, ma in qualche modo va oltre entrambi questi regni. Per Andy, la poesia era il fondamento primordiale dell’esistenza umana.
Penso che per Andy la fede nella poesia fosse la sua utopia. Ogni giorno della sua vita viveva per la poesia e la poesia era il suo ideale più alto. Quindi in realtà ha vissuto una vita molto profonda, senza trascurare gli aspetti pratici: aveva un lavoro, aveva una famiglia, aveva delle relazioni.
Una cosa che ricordo sempre della sua autobiografia (dagli «Ultimi giorni della Beat Generation») è stato quando ha incontrato l’eroe più grande della sua vita, Neal Cassady. Alla fine del pomeriggio, si rese conto che non poteva seguire Neal: per me era un eroe, ma sapevo che se volevo essere un poeta che lavora per salvare il mondo e ci riesce (era la mia ambizione principale, banale ma vera) ho dovuto creare le mie leggende. Non potevo essere lui.

Raymond Foye, Capri, 1988, foto di Alan Rosenberg

Puoi raccontarci qualcosa delle ultime volte che sei andato a trovare Andy in ospedale, ma anche quando non molto prima, se ricordo bene, voleva partecipare e leggere un tributo per Gregory Corso a Woodstock nel 2023, ancora insieme a Pamela Twining scomparsa poco più di un anno prima di lui.
Mi sono avvicinato molto ad Andy nel suo ultimo anno di vita, soprattutto dopo la morte del grande amore: la poetessa Pamela Twining. Per settimane è stato inconsolabile, ma poi si è ripreso perché si è reso conto che aveva bisogno di modificare il suo ultimo libro così come le sue ultime poesie: molte di loro parlavano di lei. Ancora una volta, il potere della poesia lo salvò e diede senso alla sua vita.
Le visite all’ospedale erano frequenti e alla fine è dovuto andare in una casa di cura. Ha affrontato tutti questi eventi con grazia e umiltà. Andy era un grande conversatore e con ho avuto alcune delle migliori conversazioni della mia vita, parlando con lui nella casa di cura. Andy e io abbiamo condiviso molti degli stessi maestri di vita, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Bob Kaufman. All’età di 80 anni, era dell’umore giusto per ricordare la sua vita e speculare su ciò che potrebbe riservargli il futuro, spiritualmente parlando.

Dove collocheresti Andy Clausen tra i poeti della Beat Generation, quali sono le poesie di Andy Clausen a cui sei affezionato, che maggiormente si identificano con il suo modo di vivere?

Tra i poeti della Beat Generation, lo colloco più vicino ad Allen Ginsberg, per il suo desiderio di scrivere una poesia pubblica, poesia che si rivolge alla gente comune e all’attualità, una poesia che non ha paura di parlare apertamente delle ingiustizie, dell’opposizione allo Stato, alle accademie o ad altri istituti di autorità. Il suo lavoro mostra anche l’influenza di Gregory Corso, attraverso il suo fascino per la storia antica, l’archeologia e la cultura dei nativi americani. Infine, direi che il suo lavoro ha energia ed esuberanza. Una grande sfida per la scrittura in prosa di Jack Kerouac. E come Kerouac, la vita on the road – viaggiare attraverso l’America, visitare amici e poeti in città e paesi lontani, era qualcosa a cui dedicava molto tempo.
Un’altra grande tradizione che continuò fu quella di leggere le sue poesie con l’accompagnamento musicale. Ci sono molti ottimi musicisti a Woodstock e gli piaceva esibirsi con i suoi amici Sylvie Degeiz e Wayne Lopes. Ogni lunedì sera tenevamo una serata a microfono aperto in un bar locale e Andy leggeva spesso le sue poesie lì, mentre Sylvia e Wayne suonavano la tastiera e la chitarra. Il modo di rivolgersi che più caratterizzò la sua opera fu la declamazione: un annuncio enfatico delle sue preoccupazioni,
un discorso appassionato, che doveva molto ai suoi amati poeti futuristi russi, come Majakovskij o Chlebnikov.

La poesia di Andy era spesso pedagogica: condivideva il suo apprendimento e la sua conoscenza. Era anche un maestro della poesia lunga, soffiando come un sassofonista jazz.
La sua poesia ROLL CALL riassume tutti questi tratti.

C’è un episodio particolare della vostra amicizia che vorresti ricordare?
Suppongo che gli episodi che ricordo di più della mia amicizia con Andy siano state le tarde notti a Woodstock in pieno inverno, seduto nella libreria e nello studio artistico di Shiv Mirabito con la stufa a legna accesa, accanto alla luce calda e delicata del fuoco, a parlare di poesia fino a tarda notte e bere vino. Sembra una cosa molto semplice, e lo è. Ma è anche qualcosa che gli scrittori fanno da centinaia di anni. Quello era il nostro piccolo pezzo di civiltà.
L’ultima volta che ho visto Andy era nella casa di cura e mi ha detto che voleva andarsene. Ha detto che era pronto a partire. Non sembrava minimamente spaventato. Gli ho chiesto cosa stesse pensando, e il suo viso si è illuminato con un sorriso gentile, ed ha risposto: E dopo?

Per quanto riguarda la comunità di oggi, come descriveresti la situazione, in generale l’attrattiva di Woodstock, le evoluzioni del nuovo millennio e il fenomeno turistico di oggi. So che ci sono delle situazioni di arte, musica, poesia e letteratura molto interessanti, che si esprimono a Woodstock e dintorni e tu sei concittadino di tanti artisti che ci vivono, puoi raccontarci come stanno?
Per tanti anni, gli affitti bassi (e il controllo degli affitti) sono stati i migliori amici di un poeta. Nonostante tutto, alcune persone trovano ancora modi creativi per esistere, soprattutto attraverso un forte impegno verso il non materialismo e il rifiuto dei valori commerciali. Le persone qui sono molto generose e molto brave quando si tratta di aiutarsi a vicenda. Ed Sanders e Dee Dee Halleck sono membri importanti della comunità, sia come artisti/scrittori, sia come attivisti sociali. Shiv Mirabito gestisce una libreria e una galleria nel centro della città, proprio dietro la strada principale. Molte sere ci sono incontri a casa sua con persone sedute attorno a un falò e si leggono le loro poesie. Questo è quello che faremo tutti il 13 luglio, per celebrare la vita di Andy Clausen.