Dagli esordi cantautorali nei sessanta al sodalizio con Roberto Vecchioni – basterebbe citare la sola Luci a San Siro per rendere l’idea della statura del personaggio. Il Covid si porta via anche il maestro Andrea Lo Vecchio, 78 anni, – cantautore, compositore, paroliere, produttore discografico e autore televisivo italiano. Un centinaio di titoli importanti scritti soprattutto a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, 650 depositati alla Siae, fanno di Lo Vecchio un artista del pop capace di mescolare stile e gusto per il particolare grazie a un’intelligenza viva che sapeva intuire quali fossero le tendenze e gli umori musicali del momento.
Gli esordi si è detto come cantautore, anche di discreto successo di pezzi come Ho scelto Bach (Festivalbar 1967) e (Festivalbar 1978), accanto a una serie di album fra cui Di avventura in avventura (1976) e Luci a San Siro e altri lampioni (1995). Ma Lo Vecchio è soprattutto autore e scopre questa vena nel 1968 grazie a Sera che, interpretata da Gigliola Cinquetti e Giuliana Valci, si classifica all’ottavo posto al Festival di Sanremo 1968. Sempre come autore partecipa alla kermesse ligure del 1970 con L’addio, affidata alle voci di Michele e Lucia Rizzi e nel 1973 con Una casa grande, interpretata da Lara Saint Paul.

MA È CON IL GIOVANE Roberto Vecchioni che rivela tutta la sua grande professionalità: insieme al «professore» scrive Luci a San Siro (originariamente intitolata Ho perso il conto, e incisa da Rossano) e non solo: in sequenza arrivano anche Tu non meritavi una canzone, Io non devo andare in via Ferrante Aporti, Parabola, Povero ragazzo, La leggenda di Olaf. Stabilisce poi un sodalizio con l’ex Rokes Shel Shapiro che porta a una serie di brani scritti per Mina, partendo da Fate piano (1972) e proseguita con il capolavoro E poi, un classico della diva cremonese: «Gliela proposi – racconta Lo Vecchio in un’intervista rilasciata alla rivista del Minafanclub nel 2012 – con un primo testo dal titolo Poco fa che non la convinse. Mi rimisi al lavoro ma le parole stentavano ad uscire. ’Ma porca p…na’ sbottai e Shapiro che era accanto a me commentò ’perfetto’ era l’approccio duro che dovevo dare al brano. Mina ne fu entusiasta e la incise con noi due in sala» e fu lo stesso Lo Vecchio – nel 2001 – ambasciatore incaricato dalla Rai per proporle uno show «non importa per quale cifra» che la cantante cordialmente declinò.

SEMPRE PER LA TIGRE arriveranno nel tempo altri pezzi come La vigilia di Natale, Ormai, Magica follia. Il 1974 è un anno fortunato per Lo Vecchio, oltre a E poi scrive la proto-disco Rumore un successo – anche internazionale – per Raffaella Carrà, Help Me per i Dik Dik e inizia la sua carriera come autore televisivo a Canzonissima che lo porteranno negli ottanta a misurarsi con gli show Mediaset Drive In, Premiatissima. Tra i suoi programmi più recenti il Festival di Sanremo 2010 (condotto da Antonella Clerici), I migliori anni (2013) con Carlo Conti, Sogno e son desto (2014) con Massimo Ranieri. Intensa anche la sua attività nel campo delle sigle per cartoni animati, le generazioni degli ex bimbi paninari degli anni ottanta e novanta lo ricordano con nostalgia per Gudam e Bia la sfida della magia.