André S. Labarthe – morto a Parigi lunedì a 86 anni – era entrato nel gruppo dei Cahiers du cinéma negli anni cinquanta, quando la rivista era ancora gialla e quando l’altro André, Bazin, era ancora vivo. Era il periodo in cui la critica si distaccava definitivamente sia dal giornalismo che dalla storia del cinema, fabbricandosi una posizione scomoda e incerta, sempre da reinventare, sempre a rischio di cadere dal lato della cronaca o da quello accademia. A quest’etica critica Labarthe è stato sempre fedele. Non gli interessavano i film ma il cinema, il suo movimento, la sua presenza. Non...