La prima ripresa si è chiusa come da pronostici della vigilia: centrosinistra in vantaggio, centrodestra che insegue e spera. Peggio del previsto, come d’altra parte nel resto del paese, il Movimento 5Stelle.

Ancona, unico capoluogo di Regione insieme a Roma ad andare alle urne, dovrà aspettare altre due settimane per conoscere il nome del suo nuovo sindaco, erede delle tormentate giunte Sturani (dimesso a metà del secondo mandato nel 2009, travolto dagli scandali) e Gramillano, che in tre anni da primo cittadino ha fatto in tempo a dimettersi tre volte prima di capitolare definitivamente a dicembre e rimandare la città alle urne.
Cresciuta anche qui l’astensione: a votare sono andati in 47.128 su 80.999 aventi diritto: il 58.18%, contro il 73.19% della scorsa tornata (il dato è impietoso, -15,01%).

Scrutinio a rilento. Dopo poche sezioni, comunque, Valeria Mancinelli (sostenuta da Pd, Verdi, Udc, montiani e civici) si assesta a quota 39%, mentre Italo D’Angelo (Pdl, civici) arranca al 22%. Staccato Andrea Quattrini del Movimento 5Stelle, vittima di una campagna elettorale difficilissima sul fronte interno, con il leader Beppe Grillo che ha dovuto addirittura subire una contestazione da parte di alcuni – non moltissimi, in verità – suoi ex seguaci durante il comizio in terra dorica.

A guidare la fronda dei dissidenti c’è l’economista Mauro Gallegati – che si vanta di aver fatto conoscere Joseph Stiglitz a Grillo -, che da candidato sindaco nel 2009 prese il 4.9%. Per lui, quello di Quattrini è «un nome imposto dall’alto», cioè dalla Casaleggio & Associati. I veleni vanno avanti da mesi a colpi di comunicati, creando una frattura tra l’ortodossia grillina e gli eretici di Gallegati. Questo clima da congresso della vecchia Dc ha sicuramente influito negativamente sull’esito del voto 5Stelle, con i consensi che si sono fermati al 14%. Due mesi fa, erano il primo partito della città e dell’intera regione.

Sorprendente il risultato del candidato di Sel e Rifondazione Comunista, Stefano Crispiani, che in sede di ballottaggio potrà far pesare parecchio il suo 9%. In maniera abbastanza clamorosa, poi, Rifondazione sta raccogliendo risultati notevoli in gran parte delle città marchigiane chiamate al voto.

Da segnalare, il magro risultato di David Favia (Centro Democratico). Ex Forza Italia, poi passato nell’Idv, Favia è stato deputato con i dipietristi per poi fuggire verso Tabacci dopo l’avvento di Ingroia. Spina del fianco della giunta Gramillano, l’uomo che in pochi anni ha attraversato l’intero arco costituzionale ha raccolto appena l’1.2%.

Il candidato a capo della lista A2O (Altra Ancona Ora, tutta under 30: la candidata più anziana ha 27 anni, la più giovane 19, va ancora al liceo.), Matteo Bilei, 22 anni, tra i più giovani d’Italia, sarebbe intorno al 3%.