«Con Pittella e Civati sarà una bella discussione», quanto a Stefano Fassina «sarà lui a dire se esiste o no questa ipotesi. Poi c’è il sindaco di Firenze, vedremo. Non temo nessuno, tutti i candidati sono energie del Pd». Parole misurate, come sempre, quelle di Gianni Cuperlo, il candidato ’ufficiale’ della sinistra Pd al congresso. Commenta così su Youdem le voci – raccolte dal Corriere della sera – che danno per prossima la corsa del viceministro Stefano Fassina alla segreteria. Un boato rimbalzato in questi giorni negli ambienti democratici, conseguenza – veniva spiegato – della contrarietà di Guglielmo Epifani a raccogliere l’invito, rivoltogli da Bersani, di correre per succedere a se stesso. E così la sinistra del Pd, graniticamente unita sulla critica alle correnti e certosinamente divisa in correnti e aree culturali – e ruggini personali e cordate – rischia di farsi in tre, persino in quattro. In attesa del lancio della corsa di Matteo Renzi, il giovane della provvidenza contro cui nessuno sembra aver chance.

Fassina non conferma e non smentisce. Si schermisce dietro un «non c’è nulla di deciso». Ma in questi giorni, alla camera, più volte è stato avvistato in colloqui fitti fitti con Bersani, che lo spingerebbe a candidarsi. Un altro indizio è lo stesso articolo pubblicato a sua firma sul manifesto lo scorso 26 giugno. Che consegna una riflessione sulla collocazione futura del Pd, per così dire, compiuta: «Il Pd deve rappresentare le persone che lavorano disponibili al cambiamento progressivo (…). Non un interclassismo de-vertebrato. Ma un progetto politico come piattaforma per l’alleanza di interessi diversi orientati verso la rigenerazione europea della civiltà del lavoro evocata dall’art. 1 della Costituzione. A partire dalle persone che lavorano in condizioni di subordinazione, in forme tradizionali o inedite, oltre i confini classici del lavoro dipendente. Perché nella dimensione della produzione rimangono, drammaticamente aggravate, asimmetrie di potere tra chi organizza il lavoro e chi lo offre». Un Pd rifondato su quel «neo-umanesimo laburista» da sempre cavallo di battaglia dell’ala sinistra dei bersaniani. E, oltre, dei giovani turchi. Che però oggi si trovano a fianco di Cuperlo e della sua idea di rifondazione di un partito «popolare e nazionale» che si libera – presto meglio che tardi – dal governo delle larghe intese e riallaccia i fili delle alleanze a sinistra. Non a caso l’accoglienza che il «turco» Matteo Orfini riserva alla possibile candidatura di Fassina è a dir poco fredda e tagliente: «Sarebbe incomprensibile la scelta di non sostenere Cuperlo per assecondare un capriccio di corrente. E sarebbe un favore a Renzi».

Insomma il nome «unitario» anti Renzi cercato dall’area bersaniana e quella franceschiana, considerato affidabile anche dal premier Letta (ma molti dei suoi non fanno mistero di sostenere Renzi), avrebbe ancora molta strada da fare per unire davvero. Cuperlo, in fase di tour de force mediatico, conferma la sua corsa. C’è chi giura che alla fine troverà al suo fianco Fabrizio Barca. Ancora fra gli ex ds, ci sarà anche Pippo Civati, ousider rispetto alle liturgie di partito che costruisce la sua impresa rivolgendosi alla «base», ma sotto lo sguardo benevolo di Sergio Cofferati. E poi c’è Gianni Pittella, vicepresidente dell’europarlamento e convinto sostenitore di una collocazione del Pd nell’area del socialismo europeo: «Più siamo, più ci divertiamo. L’importante è che dietro a ognuno ci sia un’idea di paese e di partito e non la rappresentanza di correnti e piccoli poteri di bottega da tutelare».

La settimana prossima sarà cruciale. Lunedì si svolgerà la riunione dei saggi che affronterà finalmente nel merito le regole del congresso. Martedì Cuperlo ha invitato i colleghi parlamentari a un confronto alla camera. Due giorni dopo, sarà Fassina e l’area del documento «rifare il Pd» (bersaniani) a invitare a un confronto aperto, al Nazareno: si parla troppo sui nomi, dice l’invito, e invece serve «una discussione di fondo sulla natura e sulla funzione del nostro partito». Sarà l’occasione per vedere insieme le diverse idee delle anime (principalmente diessine) del Pd. E scoprire la natura delle differenze.