L’infanzia di molti bambini, soprattutto prima dell’era digitale, è stata abitata da amici immaginari con i quali confidarsi e scendere a patti nei momenti più difficili della propria crescita. Eppure, in circostanze eccezionali, può accadere che quegli amici immaginari restino sì invisibili ma siano «realissimi», custodiscano nel ricordo una vita vissuta e anche un corpo che – magari per una sola manciata di minuti – prende forma. È quel che succede a Nasti, ragazzina che si ingelosisce dell’angelo custode della sua amica Tina e nella ricerca disperata di un protettore tutto per sé, incontrerà la grassoccia e simpatica ex portinaia Rosa Riedl, morta ai tempi del nazismo schiacciata da un tram, e rimasta a pascolare fra le stanze delle case del quartiere per interi decenni, spettegolando di tutti e sovrintendendo, con animo magnanimo, ai disastri altrui.

SALVIFICHE PRESENZE
Rosa Riedl fantasma custode della scrittrice austriaca Christine Nostlinger (era nata a Vienna nel 1936 ed è scomparsa nel 2018) arriva in Italia con La Nuova Frontiera Junior (pp. 208, euro 16). L’autrice del Bambino sottovuoto – il piccolo liofilizzato che cambierà le sorti di una indisciplinatissima signora di mezz’età – pubblicò questa storia di un’amicizia eccentrica nel 1979, attingendo anche a memorie della sua fanciullezza, quando i commercianti ebrei erano dileggiati dai nazisti e costretti a operazioni umilianti, come pulire il marciapiede con uno spazzolino da denti per cancellare tre frecce rosse simbolo del socialismo. Rosa entra in scena proprio qui, facendo appello a un padre socialista (quello della scrittrice stessa) e a un desiderio di giustizia troppo impellente che le costerà la pelle. In cambio di ciò che ha perso, una volta tramutatasi in un ghost un po’ appesantito e incapace di svolazzare, guadagnerà la vicinanza di Nasti, si farà carico delle sue paure e timidezza, aiuterà lei e la sua famiglia a combattere con i fantasmi meno buoni, quelli dettati dal pregiudizio sociale. Nöstlinger, però, in più di una intervista ha affermato con convinzione che la sua scrittura (condita quasi sempre di un happy end privo di moralismi) non è uno strumento per spingere i bambini alla ribellione perché anche questa è appannaggio di chi se la può permettere: bisogna avere le spalle ben coperte. L’importante, diceva, era riuscire a far apprezzare quella disobbedienza ai giovani lettori e lettrici, istigando il desiderio di liberarsi dalle proprie catene. Alla fine, la sua beniamina Rosa si farà carico di tutta la famiglia di Nasti, non sempre le cose fileranno lisce (lavori a maglia dai colori fluorescenti finiti in una notte che destano sospetti, la ricerca spasmodica bauli chiusi per distrazione e spediti chissà dove) ma basterà cantare un motivetto speciale per far riavvolgere il nastro della memoria e inventare nuovi mondi. In fondo, non tutti i fantasmi sono delinquenti o passano il loro tempo ad annoiarsi nei castelli.
Lovejoy, invece, vive a Catford Street, in una Londra umida e affumicata appena uscita dalla guerra, avvolta ancora dalle sue macerie, territori abbandonati e in rovina che sono diventati i fortini di bande di ragazzini da strada. Lei, lasciata in affido a due ristoratori di buon cuore e pochi soldi, aspetta il ritorno della madre attrice e giramondo, con il vizio della dimenticanza affettiva. Selvatica, solitaria e poco propensa a dare confidenza ad adulti e coetanei, Lovejoy ritroverà se stessa piantando qualche seme (arraffato per caso) per far germogliare un suo giardino segreto fra le rovine della guerra. Nella città una rosa di Rumer Godden (Bompiani, pp. 407, euro 16), autrice nata nel Sussex nel 1907 ma che passò gran parte della sua vita in India, aprendo anche una scuola di danza per bambini, è un romanzo polifonico di formazione, che vede tra i suoi protagonisti assoluti anche un londinese quartiere malmesso, dagli effluvi dickensiani.

BESTIE E BRIGANTI
L’estate di questo Covid messo tra parentesi pullula di eroine tornate da lontano, con gli echi di conflitti remoti e presenze leggendarie. Fra queste ultime, ci sono senz’altro Ronja, figlia di briganti di Astrid Lindgren (Mondadori, pp.189, euro 9,50: il classico è nella collana che festeggia i dieci anni degli Oscar Junior) e la coraggiosa e liberissima Belle, che per L’Ippocampo riappare come «corpo» d’amore e consapevolezza nella storia (integrale) di Gabrielle Suzanne Barbot de Velleneuve, in un volume riccamente illustrato – con molti elementi interattivi e dettagli in pop up – dallo studio di Minalima (euro 28). La scrittrice francese (1685- 1755) inventò la versione moderna della celebre fiaba La bella e la bestia nel 1740 che poi, alla sua morte, sarà riadattata da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, sostanzialmente ridotta (da questa Disney ricavò la sceneggiatura del film, ma la fiaba aveva conquistato lo schermo del cinema già nel 1946 con Jean Cocteau e René Clément.

RITI DI PASSAGGIO
Ronja, invece, nacque una notte in cui infuriava il temporale, come ci racconta l’autrice svedese che la tirò fuori dalla sua penna nel 1981 (in quella che fu un’incursione nel fantasy). È l’intrepida creatura che sa come affrontare i nanigrigi, le strigagne e altri malvagi abitanti della foresta, ma ha un problema sentimentale che la mette a disagio e non può essere sciolto solo con l’audacia: è amica di Birk, figlio di una famiglia di briganti in aperta ostilità con la sua. Non resta che la fuga, l’allontanamento volontario da casa, rito di passaggio per divenire adulti. Il procedere nella vita significherà accamparsi nella Grotta dell’Orso, luogo gelido e buio e cavarsela da sé in compagnia di Maladrino e Scavezzacollo. E, naturalmente, del tenero e ruvido Birk. Come gran parte dei racconti di Lindgren la natura inaddomesticata, nordica e silvestre ha una parte centrale, cospargendo di senso panico gli «attori» in scena. Ronja «succhia l’estate come le api succhiano il miele» e impasta sole, mirtilli lentiggini riflessi di luna per non disperderla. Sarà lei a insegnare a Birk ad amare tutto del loro bosco, anche una piccola radice.
Ha una gran voglia di avventura e non solo di pizzi e corsetti pure Zelda, la nuova eroina di Elisa Puricelli Guerra, che conosciamo nel romanzo Il segreto del pettirosso (Salani, pp. 304, euro 14,90), fresco di stampa. Siamo nel 1911 e intorno ai pensieri a turbillon della ragazzina, che cerca una via di uscita a un destino costellato di buone maniere, scorre veloce la storia d’Italia. Sarà un diario di una sua coetanea «più antica» scoperto in biblioteca, a illuminare Zelda, riportandola alle imprese dei Mille e di Garibaldi e permettendole di misurarsi con la sua capacità di risolvere gli enigmi.
Infine, un’altra bambina di campagna che custodisce dentro di sé saperi ancestrali. Gallucci, per le prime letture propone una rivisitazione del romanzo rurale di George Sand La piccola Fadette (qui narrato da Irma Staderini con i disegni di Valentina Belloni, pp. 60, euro 6,90). Fadette malvestita, scapigliata e con una fama di strega, aiuterà i due gemelli Landry e Sylvinet a non perdersi nella maledizione che li vuole identici e ambasciatori di sciagure uno per l’altro.

 

SCHEDA

l’11 giugno, dopo lo stand by dovuto all’emergenza Covid, uscirà in libreria la serie di romanzi per bambini «Via dei Tanti» di Federica Morrone (scrittrice e autrice televisiva) con le illustrazioni di Giulia Bracesco per le edizioni Gribaudo, dove si raccontano – attraverso gli occhi del gatto Mio – le avventure di un gruppo di bambini, ognuno con un tipo di famiglia diversa (monogenitoriale, con figli adottati, straniera, famiglie allargate con fratelli di madre o padre differenti o in cui un membro è portatore di handicap). Il primo libro della serie è L’appartamento misterioso (pp. 64, euro 12,90). La casa che si trova al pian terreno è sfitta da alcuni mesi, eppure si sentono strani rumori provenire dall’interno…nessuno capisce cosa stia succedendo nelle sue stanze. Così i più piccoli abitanti del condominio di Via dei Tanti, cercando di eludere la sorveglianza del burbero Sergio, l’anziano portiere del palazzo, si lanciano in una missione: scoprire chi sono i nuovi intrusi. L’altra storia fra gli scaffali è «Una sorprendente domenica». La domenica è il giorno dei genitori, si sta tutti insieme, in famiglia, niente scuola né lavoro. Ma questo non vale per Luna: il suo papà se n’è andato e lei si sente smarrita. Ma le cose cambieranno. (a. di ge.)