Li chiamano «atipici», «parasubordinati», più comunemente detti «precari». Un consolidato senso comune li considera giovani a vita in transizione verso il posto fisso. Da quando la precarietà ha iniziato a colpire in ogni famiglia, questa condizione non viene più intesa come la prova esistenziale da superare in vista del paradiso del posto fisso. Al contrario, come dimostrano i dati del primo rapporto dell’osservatorio sul lavoro atipico presentati ieri a Roma dall’associazione XX maggio, realizzato sulla base dei dati della Gestione Separata Inps, parliamo di una condizione che è diventata la regola del lavoro in Italia. Esiste un esercito di 1,8...