Il Théâtre de la Huchette, a un tiro di schioppo da place Saint-Michel, il 16 febbraio scorso ha festeggiato il 60° aniversario della messa in scena di La Cantatrice calva e La lezione di Ionesco. Dal 1957 ci sono state 18.500 rappresentazioni delle due pièces, un record mondiale come sottolineano con orgoglio i responsabili del teatro. Ma da qualche mese le 85 poltrone della Huchette non si riempiono solo per il sublime assurdo di Eugène Ionesco, in orari differenti va in scena L’Écume des jours, riduzione teatrale di Paul Emond del romanzo omonimo di Boris Vian, per la regia di Sandrine Molaro e Gilles-Vincent Kapps (responsabile anche della parte musicale).
Pubblicato nel 1947 dalle edizioni Gallimard, La schiuma dei giorni dovette attendere gli anni ’60, e soprattutto il maggio ’68, per divenire da libro cult di pochi intellettuali un best seller internazionale. È la storia romantica e surreale, comica e visionaria, di quattro ventenni. L’amore luminoso di Colin e Chloé, che morirà lentamente per una ninfea che le cresce in un polmone. L’amore del suo amico Chick per Alise, distrutto dalla insana passione di Chick per i libri di Jean Sol Partre. Un pianococktail che sforna musica e il drink di volta in volta corrispondente. Un appartamento che si dilata e si restringe seguendo le evoluzioni della malattia di Chloé, mentre i vetri alle finestre si appannano sempre più o lasciano filtrare un raggio di sole riaccendendo speranze di guarigione. La realtà si fa sogno e viceversa, sotto il pavé c’è già la spiaggia.
A calarsi nei panni di Colin, Chloé e Chick sono rispettivamente Maxime Bouteraon. Antoine Paulin e Roxane Bret. La scena è di una essenzialità radicale, una carta da parati strappata, una sedia, una chitarra, ma è davvero sorprendente come questi tre ragazzi riescano a renderla viva, palpitante di amore, poesia e ironia, leggerezza e profondità, schiumante. Mentre Roxane Bret è dal 2013 che lavora tra cinema, tv e teatro, gli altri due protagonisti sono praticamente al loro esordio.
Rispecchiate quasi fedelmente l’età di Colin, Chloé e Chick…
Io Antoine ne faccio 24 tra poco, Maxim ne ha 23 e Roxane 22. È la prima volta che lavoriamo tutti e tre insieme, ma siamo stati compagni di scuola al Cours Florent, qui a Parigi.
Quando avete debuttato con questa pièce?
Andiamo in scena dall’11 marzo e visto il successo, soprattutto tra i giovani, si è deciso di continuare fino al 2 settembre. Andiamo in scena tutti i giorni alle 21.00, salvo la domenica e il lunedì, e il sabato con uno spettacolo al pomeriggio e uno alla sera.
Si ripercuote sulla vostra vita privata questa full immmersion in Vian?
Quello che è certo è che ha sviluppato una forte connessione fra noi tre.
Avete visto il film del 2013 di Michel Gondry? Una «Schiuma dei giorni» ricca di colori ed effetti speciali…
Io sì, io no, io ho letto solo il libro…(le voci si accavallano, ndr.) la differenza sostanziale è che il film mostra visivamente come Gondry interpreta il libro di Vian, mentre qui a teatro gli spettatori hanno ognuno la libertà di immaginarsi quello che il libro racconta.
Le canzoni della pièce non sono di Boris Vian…
No, è Gilles-Vincent Kapps che ha fatto le musiche su testi tratti dal romanzo, insieme a Sandrine Molinaro.