Alle elezioni amministrative che si terranno oggi in Croazia, si prospetta un risultato a metà strada tra continuità e cambiamento che rispecchierà in gran parte le tendenze emerse alle politiche del luglio scorso, segnate dal contenimento dell’estrema destra, da un lato, e dalla progressiva ascesa della sinistra radicale, dall’altro, in alternativa ad un centrosinistra profondamente in crisi.

Emblematico è il voto di Zagabria, dove i cittadini sono chiamati a designare il successore di Milan Bandic, il controverso sindaco della capitale, morto d’infarto a febbraio, dopo esser stato quasi ininterrottamente al potere per vent’anni.

A succedergli sarà con molta probabilità il più grande oppositore di Bandic, Tomislav Tomasevic, leader di Mozemo, piattaforma rosso-verde che raggruppa movimenti e associazioni che hanno fatto dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, delle donne, delle minoranze e della partecipazione dei cittadini alla politica, la propria bandiera.

Una rivoluzione già annunciata alle scorse politiche quando la piattaforma di sinistra ecologista era riuscita ad andare oltre le aspettative, incassando il 7% dei voti a livello nazionale ed eleggendo sette deputati in Parlamento. Era solo l’inizio, un inizio peraltro particolarmente promettente proprio nella capitale dove Mozemo, forte della sua opposizione alle politiche urbanistiche di Bandic, aveva raccolto il 23% dei voti, risultando così il secondo partito più suffragato. La partita di Zagabria, che secondo i sondaggi verrà vinta da Mozemo al secondo turno, si svolge quindi tutta a destra e al centro. Mozemo sembra aver fagocitato i voti dei socialdemocratici, il cui candidato, Josko Klisovic, ha scarse possibilità di andare al ballottaggio.

Tra i papabili c’è la vice-sindaca di Bandic, Jelena Vukicevic Pavicevic, che tenterà di dare continuità a un’esperienza di governo che tuttavia difficilmente potrà sopravvivere a lungo al suo principale fautore. Ad aspirare al ballottaggio anche il candidato del partito al governo, l’Unione democratica croata (Hdz), Davor Filipovic, e l’Orbàn croato, Miroslav Skoro, ex cantante folk e leader del movimento patriottico di orientamento sovranista. Una sfida, quella interna al centrodestra, che finora ha premiato i ‘moderati’ a scapito della destra estrema, incapace di raccogliere un consenso tale da mettere in discussione l’egemonia nel Paese dell’Hdz.

Altro importante banco di prova, il voto di Rijeka (Fiume), tradizionale roccaforte di sinistra, chiamata ad eleggere il successore del sindaco socialdemocratico, Vojko Obersnel, al governo della città dal 2000. I sondaggi vedono in testa il candidato indipendente, Davor Stimac, medico di professione, davanti ad altri dieci candidati. La sua eventuale vittoria sarebbe un ulteriore segnale della crisi che attraversa il partito socialdemocratico, divenuto ormai indistinguibile dalle formazioni di centrodestra, che verrebbe sconfitto a Rijeka per la prima volta dall’indipendenza della Croazia.