La procura di Ivrea ha chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi dell’imprenditore Carlo De Benedetti al processo per la morte, secondo l’accusa, legata all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, di alcuni ex dipendenti dell’Olivetti. Per Franco Debenedetti la pena proposta è di 6 anni e 4 mesi. Entrambi hanno ricoperto incarichi di vertice nell’azienda eporediese (Carlo De Benedetti è stato amministratore delegato e presidente del cda dal 1978 al 1996, Franco Debenedetti amministratore delegato dal 1978 al 1989) e, per i pm Laura Longo e Francesca Traverso, non hanno fatto prendere in tempo utile gli indispensabili provvedimenti per tutelare la salute dei lavoratori, dalla bonifica dei luoghi alla rimozione di una sostanza nociva come il talco dai cicli di lavorazione. Una richiesta di condanna (3 anni e 6 mesi) riguarda l’ex ministro Corrado Passera, chiamato in causa come consigliere amministratore delegato dal 1992 al 1996. L’assoluzione, invece, è stata proposta per l’imprenditore Roberto Colaninno, che rispondeva di un solo caso di lesioni.

I pm hanno concentrato la requisitoria sul talco contaminato da tremolite d’amianto che – ha sottolineato il pm Longo – è stato “sostituito con grave ritardo, soltanto cinque anni dopo”. Traverso ha invece ripercorso le tappe relative alle strutture contaminate, dalle mense Ico, bonificate soltanto nel 2001 – ha sostenuto – e il capannone di San Bernardo, considerato uno dei siti più inquinati d’Italia. Per i due pm la responsabilità dei ritardi è della Olivetti e “i controlli e i monitoraggi arrivarono soltanto da input esterni e dai lavoratori”.

“Siamo sorpresi per la richiesta avanzata dai pubblici ministeri di Ivrea”, afferma l’avvocato Tomaso Pisapia, legale di Carlo De Benedetti. “La loro posizione non tiene per nulla in considerazione quanto prodotto dalla difesa in sede di dibattimento a proposito dell’articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti nel periodo considerato, né i documenti che dimostrano inequivocabilmente l’assenza dell’uso in azienda di talco contaminato da amianto almeno fin dalla metà degli anni ’70”. Una documentazione che, secondo il legale, “conferma la totale estraneità dell’Ingegner De Benedetti alle accuse che gli vengono rivolte. Continuiamo, pertanto – conclude – a essere fiduciosi sull’esito del processo”.