Amiamoci e partiamo, sabato a Roma
Amiamoci e partiamo. C’è la necessità di cambiare il modo di stare in strada in questo paese e lo possiamo fare solo con un momento di presa di coscienza collettiva. […]
Amiamoci e partiamo. C’è la necessità di cambiare il modo di stare in strada in questo paese e lo possiamo fare solo con un momento di presa di coscienza collettiva. […]
Amiamoci e partiamo. C’è la necessità di cambiare il modo di stare in strada in questo paese e lo possiamo fare solo con un momento di presa di coscienza collettiva. Perciò un gruppo di persone, poi diventate decine e in seguito supportato da quasi 200 realtà associative dal locale al nazionale, ha deciso di chiamare in strada a Roma chi sente come urgente e ineludibile questo cambiamento.
Abbiamo le città più belle del mondo e le abbiamo stuprate con milioni e milioni di automobili.
Nessun genitore oggi manda i figli in strada, né a giocare né altrove. Hanno paura delle macchine, ma non esitano a fare 500 metri in auto per ogni fesseria. Abbiamo rovinato le nostre esistenze all’aperto per niente. Vediamo parcheggi accanto – quando non sopra – fontane medievali, chiese barocche, templi greci e romani. Macchine dappertutto, nessuno spazio da nessuna parte, si striscia tra le lamiere. Quando le lamiere, lanciate come da rampe, non vengono a bere il tuo sangue e sfasciare le tue ossa, a far finire la tua vita. Non è vita decente. E’ una vita da schifo.
Abbiamo deciso per la seconda volta di far sentire la nostra voce in massa, a Roma sabato 28 aprile. Abbiamo chiamato quest’urlo «Bicifestazione», perché malgrado tutto, malgrado si viva in questa società fallita e intossicata, siamo gente allegra a cui piace vivere bene e mettiamo insieme cose e persone: in questo caso bici, festa e azione. Sarà una giornata di consapevolezza e rivendicazione. E rivoluzione.
Già: vogliamo fare la rivoluzione. La più bella rivoluzione del mondo.
Rivogliamo sicurezza, salute, socialità e bellezza. Eravamo bravi a farlo.
Vogliamo far uscire gli italiani dalla dipendenza dall’auto.
Vogliamo più trasporto pubblico e intermodalità vera, non parcheggi di scambio.
Vogliamo la sosta in strada a pagamento per chiunque, perché lo spazio pubblico non è una risorsa gratis; vogliamo i 30 km/h in città e vogliamo veder finire l’epoca dei missili guidati da incoscienti allo smartophone anche nei vicoli medievali. E naturalmente verranno, come viene un buon raccolto dopo una buona semina, città ciclabili. Questo non perché siamo fissati (o peggio: «amanti») della bicicletta: perché la vita in strada come l’abbiamo vissuta negli ultimi decenni è un’oscenità mortifera e asociale.
Sicurezza per tutti, ma soprattutto per i più fragili, anziani e bambini.
Più bellezza e amore per i luoghi in cui viviamo.
Relazioni tra le persone e non quell’andare da zombie, uno per auto e mandandoci a quel paese tutti.
Accessibilità e possibilità di muoversi in autonomia per tutti, per i nostri piccoli e per i nostri anziani.
L’unica cosa che frena la più bella rivoluzione del mondo è l’inerzia al cambiamento e la rassegnata accettazione per ciò che non va. Per cui venite alla Bicifestazione: ne va della vostra vita. Per la vita di tutti serve pace in strada. Venite a Roma il 28 aprile, Fori Imperiali, dalle 16.
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