È la fine di un sistema di potere. Un’architettura di prebende gonfiate, incarichi fasulli, e ciurme di clientes. Beni per circa 900mila euro sono stati sequestrati al dirigente generale della presidenza della regione Calabria, Franco Zoccali, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Catanzaro su presunte irregolarità nella nomina dello stesso Zoccali.

Nell’inchiesta sono indagati, oltre a Zoccali, l’ex presidente ed ex sindaco di Reggio Calabria Peppe Scopelliti, l’assessore regionale al personale Mimmo Tallini ed i componenti delle giunte comunali di Reggio in carica dal 2002 al 2010, tra cui due attuali senatori alfaniani.

Le accuse ipotizzate nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, abuso d’ufficio, truffa e falsità ideologica in atto pubblico. Secondo gli investigatori la nomina di Zoccali a direttore generale della regione sarebbe stata illegittima in quanto priva dei requisiti necessari. In particolare, secondo l’accusa, Zoccali non avrebbe avuto la particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica richiesta mentre, per il requisito dello svolgimento quinquennale di funzioni dirigenziali, Zoccali avrebbe ricoperto illegittimamente l’incarico al comune di Reggio negli anni in cui Scopelliti era sindaco. Ed è per questo che nell’inchiesta sono finiti anche gli assessori comunali dell’epoca.

Secondo l’accusa, infatti, le giunte comunali del 2002 e del 2007 hanno prima conferito e poi prorogato per Zoccali funzioni dirigenziali legate al suo incarico di dirigente e coordinatore dell’ufficio posto alle dirette dipendenze del sindaco per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo oltre che responsabile dello staff del sindaco. Incarichi che non prevedono, anzi escludono, funzioni dirigenziali. Essendo state le delibere della giunta comunale reggina poste poi a supporto della nomina a dirigente della regione, la procura ha indagato anche gli ex assessori comunali pur non essendo competente territorialmente.

Il valore dei beni sequestrati e’ stato quantificato come somma equivalente agli emolumenti percepiti da Zoccali nella sua funzione dirigenziale alla regione. Due senatori Ncd e due consiglieri regionali in carica figurano tra i 25 indagati dell’inchiesta. I senatori sono Giovanni Bilardi e Antonio Caridi