A sette anni di distanza dall’ultimo lavoro di canzoni inedite Endimione dedicato ad Antonin Artaud, Stefania Pedretti, in arte Alos (cantante degli Ovo, e anche direttrice artistica per la parte musicale al festival di Santarcangelo) e Xabier Iriondo (chitarrista degli Afterhours, ma anche di Six Minute War Madness, A short apnea e mille altri progetti, tutti eccezionali) tornano a fare un disco insieme.
Coscienza di sé è il titolo di un album che il duo ha creato ispirandosi alla figura di Emma Goldman, anarchica, femminista, oratrice veemente capace di trascinare folle di ascoltatori e di operai in lotta. E sono queste le parole che Alos declama, slogan che invocano la rivoluzione, cantando in italiano con la voce filtrata dal vocoder, sul basso distorto di Iriondo e su una drum machine analogica. «Emma Goldman l’ho conosciuta da ragazzina» spiega Alos raccontando la genesi del progetto discografico, «frequentando il mondo anarchico. Mi sono procurata negli anni tutti i suoi testi, e ho scoperto tra l’altro di possedere delle edizioni rarissime. Con Xabier abbiamo pensato di affrontare una personalità che ha segnato la nostra crescita e che a livello sociale ha dato un fortissimo indirizzo anche se, allo stesso tempo, è stata quasi cancellata, messa molto in secondo piano nella storia. Ma a un secolo di distanza le parole di Emma Goldman suonano contemporanee e scomode come lo erano cento anni fa».

«COSCIENZA DI SÉ» esce per Sangue Disken in collaborazione con l’etichetta belga Cheap Satanism. I cinque brani che compongono il disco sono tratti dai discorsi che Red Emma, immigrata giovanissima dalla Russia zarista, teneva da un lato all’altro degli Stati uniti. Si parla di Autoaffermazione come di Coscienza di sé e di Amore libero, mentre Gelosia affronta il dramma dei femminicidi, argomento che in Italia purtroppo non smette di essere di attualità. «Negli ultimi anni, con il rinato movimento transfemminista, c’è una presa di coscienza forte, anche intergenerazionale, la voglia di dire che esistiamo», continua Alos.

«QUANDO abbiamo cominciato a lavorare al disco sentivamo di trovarci in un momento sensibile a questo tipo di discorso. Ultimamente la musica ha smesso di prendere posizione, mentre una volta andava di pari passo con una presa di coscienza anche politica. Per me è sempre stato importante denunciare e mettermi in prima persona quando tratto di certi temi. E penso sia tempo che noi musicisti torniamo a utilizzare la musica per dire la nostra su quello che accade, portare a riflettere chi ci ascolta. Xabier ed io abbiamo entrambi molta speranza, cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo».