Piergiovanni Alleva, giurista del lavoro, già responsabile della consulta della Cgil, è carico come una pila. Il decreto Letta sul lavoro che riforma i contratti a termine, sui quali era intervenuta appena un anno fa l’ex ministro Elsa Fornero, proprio non riesce a digerirlo. Per lui «è un monumento equestre all’ipocrisia nazionale». La sua indignazione l’ha esposta per filo e per segno in una lettera aperta indirizzata al segretario pro tempore del Pd Guglielmo Epifani, che conosce bene dopo anni di collaborazione in Cgil, quando Epifani faceva il segretario generale. Per Alleva, appoggiando il governo Letta, il Pd avrebbe «mascherato il più micidiale attacco mai portato ai diritti dei lavoratori come semplice misura di supporto all’occupazione giovanile».

Professor Alleva, come mai trova così «ipocrita» questo decreto?

Nell’articolo 2 si parla del contratto a termine come una misura temporanea valida fino al 2016. Si prevede che solo il 5% di questi contratti possa essere «acausale», cioé che il termine automatico di scadenza potrebbe essere apposto al contratto anche senza una ragione specifica o causa. Inoltre si prevede che il primo contratto duri non più 12 ma 18 mesi. Viene considerata una misura temporanea che aumentare l’occupazione. L’articolo 6 è il piatto forte perché cancella il divieto di proroga a questo contratto. Quindi, in sostanza, il primo contratto può essere prorogato fino a 24 mesi e dopo l’azienda può prendere un altro lavoratore e fargli fare la stessa trafila. Poi arriva la misura davvero ipocrita: l’acausalità generale viene ammessa purchè sia stabilita in contratti collettivi, firmati dai sindacati rappresentativi, a qualisasi livello compreso quello aziendale.

Che cosa significa?

Lo scopo è rendere i contratti a termine acausali. In un paese dove è stato modificato l’articolo 18, dove il 90% dei nuovi assunti sono precari, si stabilisce che i contratti a termine possano essere usati in alternativa al contratto a tempo indeterminato. Immagini le conseguenze di questo. Il governo vuol far fare ai sindacati ciò che ipocritamente non ha voluto fare direttamente

Cosa, di preciso?

Si prevede che a livello aziendale si possa derogare ai diritti universali dei lavoratori stabiliti dalla contrattazione nazionale collettiva. Guardi, questo è stato l’obiettivo di tutti i governi da molti anni a questa parte. Il primo è stato Berlusconi con il collegato lavoro del 2010 che ha posto un termine molto breve per impugnare il contratto a termine illegittimo e chiederne la trasformazione in tempo indeterminato. È stata una cosa vile: si sa che chi viene lasciato a casa, in questi casi ci pensa due volte prima di andare dal giudice. Le imprese vengono così istigate a fare contratti a termine, a pagare poco i lavoratori e a non preoccuparsi delle conseguenze, tanto non succede niente. Quella in atto è una sanatoria continua di un’illegittimità di massa contraddetta a livello europeo dalla direttiva 70 del 1999 che impedisce di prolungare i contratti a termine oltre i 36 mesi. Su questo punto in particolare esiste una grandissima ipocrisia. Il governo sembra ignorare completamente il fatto che ci muoviamo in un’area europea dove il contratto a termine in europa non è mica libero. Il contratto a termine è sempre temporaneo. In Francia è addirittura a numero chiuso. In Germania il primo contratto è libero in un quadro comunque di quadro di assoluta causalità. Lo si fa una sola volta e a condizione che non ci sia stato un’altro periodo analogo in precedenza.

É lo stesso problema sollevato dall’Anief e dalla Flc-Cgil per i precari della scuola. Monti e Fornero, invece, cosa hanno fatto?

Hanno previsto l’acausalità solo per il primo contratto. La Fornero, nella sua empietà, ha avuto il pudore di dire che questo contratto non era prorogabile. Lo considera come una prova lunga 12 mesi anche se per legge non può durare più di sei mesi. Insomma, avevano trovato un altro modo per aggirare la legge. Ma comunque poi prevede l’assunzione. Era l’anno scorso, mica un secolo fa.

Ed è questo il punto modificato da Letta e da Giovannini i quali assicurano che daranno i soldi alle aziende che assumono a tempo indeterminato…

Stanno dicendo alle aziende che se trasformano il contratto a termine gli daranno soldi. Questi incentivi sono in realtà finanziamenti a pioggia. Il problema è che in Italia non c’è domanda di lavoro. Questi incentivi non faranno assumere nessuno e si presteranno a fenomeni speculativi da parte delle aziende.

Perché la Cgil approva questa iniziativa?

Spera di poterlo bloccare. Piuttosto che avere l’acausalità per legge, useranno l’acausalità nella contrattazione aziendale e così sperano di potere tamponarne gli effetti. Per me questa è una strada molto rischiosa perché questo tipo di contrattazione ha le sue debolezze. Quando c’è una disoccupazione strutturale come oggi, sappiamo bene cosa possono arrivare a prevedere i contratti aziendali. Non credo che una piccola Rsu possa rifiutare un accordo dove, in cambio di 50 contratti a termine, l’azienda assume 4 o 5 persone.Spero che i sindacati resistano a questa tentazione.Questo è il punto gesuitico dove si sono infilati Letta e Giovannini.

Martedì ci sarà l’udienza sul ricorso Fiom contro l’esclusione dalle Rsa di New Holland e Maserati. Come andrà a finire?

È un momento in cui ci stiamo giocando il diritto del lavoro e sindacale. È chiaro se dovesse valere il principio per cui la Fiat si sceglie i sindacati con cui contrattare, allora Marchionne ci metterà tre giorni per imporre l’acausalità dei contratti a termine. Figuriamoci se gli altri sindacati non glielo faranno fare. Il decreto Letta gli ha steso un tappeto rosso.

Professore, Epifani le ha risposto?

No, se non indirettamente e in maniera non molto piacevole. Lasciamo stare, non mi sono offeso. La mia lettera è un affettuoso strappone alla giacca. Epifani sa cosa deve fare: una legge sulla rappresentanza, abolire l’articolo 8, garantire la presenza dei sindacati nelle fabbriche. Poi magari mi potrà anche denunciare per stalking.