Questa sera, dal palco napoletano della Mostra d’Oltremare, Beppe Grillo chiuderà Italia 5 Stelle. La prima notizia è questa, perché il co-fondatore del Movimento 5 Stelle non è più, come si era autonominato, «L’Elevato». È stato costretto a scendere tra noi mortali, in mezzo alle lotte intestine tra grillini, per mediare tracciare la rotta. Di questo si parla molto nelle retrovie della kermesse decennale pentastellata dedicata al «futuro».

NICOLA ZINGARETTI offre un’alleanza a tutto campo perché sa che dopo il taglio dei parlamentari questa legislatura ormai è destinata a durare e proprio per questo motivo il governo ha bisogno di una cornice strategica più ampia. I grillini festeggiano dieci anni di vita, Italia 5 Stelle è un evento identitario, serve a celebrare il M5S ma al tempo stesso allude alla necessità di cambiare passo. Lo dicono anche i due personaggi che spesso in questi anni si sono collocati su posizioni differenti e che sono stati presi come punti di riferimento dei contrasti interni. Luigi Di Maio, ha annunciato l’apertura di spazi di decisione e l’organigramma con un’ottantina di persone tra «facilitatori», consulenti, comunicatori, responsabili tematici e referenti territoriali. Quasi troppa gente reclutata per la gestione collettiva del Movimento 5 Stelle, il che fa sospettare che comunque ci sarà bisogno di un gruppo ristretto. Roberto Fico, ripercorrendo la storia del M5S dai MeetUp al governo ha ricordato che ogni momento di passaggio, a cominciare dalla decisione stessa di diventare un soggetto politico e presentarsi alle elezioni, è costato divisioni dolorose e faticose mediazioni.

Dunque, il M5S si prepara al futuro e nonostante le apparenze e le dichiarazioni di circostanza non può esimersi dal prendere in considerazione la proposta di Zingaretti, se non altro perché c’è una legge elettorale da scrivere e bisogna capire con che tipo di schema presentarsi alle prossime elezioni politiche. Ufficialmente la posizione è abbastanza chiara e recita più o meno così: l’Umbria è un caso a sé e in quella regione abbiamo ottenuto un candidato civico che in caso di vittoria comporrebbe una giunta senza esponenti di partito. Di Maio d’altro canto sa bene che in Umbria è davvero difficile ribaltare i pronostici, dunque la verifica sul «patto civico» avverrà sui voti alle singole liste. Si tratterà insomma di un test per verificare se il popolo grillino ha davvero digerito la strategia degli accordi con gli ex nemici del Pd. Se così non dovesse essere, tornerebbero in auge molti di quelli che a questa edizione di Italia 5 Stelle hanno vistosamente deciso di non esserci, da Barbara Lezzi a Giulia Grillo fino ovviamente ad Alessandro Di Battista. Altrimenti prenderanno ancora più piede i tessitori, da Vincenzo Spadafora al neoministro per i rapporti col parlamento Federico D’Inca, che hanno una formazione moderata e pregressi politici centristi che farebbero al caso della nuova veste del M5S. Dalila Nesci, deputata calabrese di Tropea che ambisce a candidarsi alla presidenza della sua Regione, ha avuto un incontro con Grillo perché intende oltrepassare il niet di Di Maio e andare avanti in direzione del test elettorale che seguirà quello di fine mese in Umbria.

SIA QUEL CHE SIA, ieri Di Maio a Napoli ha avuto parole di zucchero nei confronti dei vertici del Pd. «Stimo molto Zingaretti e Franceschini, dal punto di vista politico e per come gestiscono il lavoro», ha detto il capo politico grillino pur ammettendo di essere stato fino a pochissimo tempo fa «uno dei più scettici sul governo col Pd». In questo contesto gongolano i renziani di Italia Viva, che hanno un’occasione d’oro per giurare fedeltà alla maggioranza ma smarcarsi da patti politici e matrimoni pensati per durare nel lungo periodo. Il nuovo partito di Matteo Renzi ieri ha debuttato a Roma, presenti Roberto Giachetti, Luciano Nobili, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi. «Adesso stiamo lavorando insieme al M5S, ma alle politiche saremo avversari», dice senza tanti giri di parole Boschi. Di Maio rivendica che il Movimento 5 Stelle ha cambiato la politica italiana per sempre, al di là delle vittorie e delle sconfitte. Difficile che qualcuno possa dargli torto, almeno su questo.