«Dall’anno scolastico 2020/2021, la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio, è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferimento a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministero dell’Istruzione». Con queste poche righe la Commissione istruzione di Palazzo Madama ha archiviato i giudizi numerici per la scuola primaria. Correva l’anno 2008 quando l’allora ministra Mariastella Gelmini rintrodusse i voti (insieme ai «grembiulini») per coprire i milioni di euro di tagli alla scuola pubblica. Si torna quindi ai criteri della legge...