A Torino è scattato il «semaforo rosso» per il superamento dei limiti di smog. Ed è la prima volta che accade da quando, lo scorso primo ottobre, sono entrati in vigore i provvedimenti per il miglioramento della qualità dell’aria previsti dall’accordo di Bacino padano, sottoscritto nel giugno del 2017 dal ministro Galletti e dai presidenti di Regione Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. È successo dopo dieci giorni consecutivi in cui le micropolveri hanno oltrepassato i 50 microgrammi al metro cubo. Per questo motivo, da questa mattina non potranno circolare nemmeno i veicoli diesel euro 5, se immatricolati prima dell’1 gennaio 2013.

Un divieto che riguarda, oltre al capoluogo, anche i comuni dell’hinterland e, nel resto del Piemonte, Alessandria e Novi Ligure. Rimarranno fermi, secondo le stime, circa un milione di veicoli, contando anche quelli già sottoposti ai divieti dei giorni scorsi. Giovedì prossimo il nuovo rilevamento curato da Arpa Piemonte della presenza di polveri sottili nell’aria di Torino dirà se il blocco dei diesel euro 4 ed euro 5 proseguirà o potrà essere revocato.

L’allarme smog è alto in tutto il centro-nord Italia, non solo in Pianura Padana, dove una cappa di nebbia e polveri inquinanti ristagna da giorni. Ci sono sforamenti e blocchi dalla Lombardia alla Toscana. E le attuali condizioni meteo di alta pressione, senza precipitazioni né venti, continuano a favorire la concentrazione delle polveri sottili. Sarà così almeno fino a giovedì.

Dal primo gennaio di quest’anno, segnala Legambiente, oltre a Torino, altre cinque città capoluogo hanno fatto l’en plein superando per 6 giorni su 6 i limiti di legge previsti per le polveri sottili: Rovigo, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza, tutte situate nella Regione Veneto dove l’emergenza smog è ormai cronica. Non se la passano meglio città come Frosinone, Piacenza e Terni, dove i limiti sono stati superati già per 5 giorni, e Ferrara, Firenze, Mantova, Modena, Napoli, Perugia, Ravenna, Rimini, Roma e Verona dove siamo a quota 4 giorni.

«Per uscire dall’ormai cronica emergenza smog che attanaglia le nostre città ogni inverno – afferma il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo – non sono sufficienti, come dimostrano i fatti, le deboli misure emergenziali di blocco del traffico che vengono messe in campo in maniera sporadica e spesso controvoglia. Serve un deciso cambio di rotta che affronti il problema rispetto a tutte le fonti di inquinamento, a partire dai trasporti di merci e persone, per passare al riscaldamento degli edifici e alle produzioni industriali. Per quanto riguarda i trasporti, si deve ridurre il numero di mezzi circolanti privati nel nostro Paese e praticare una politica che rapidamente ci porti ad avere un trasporto pubblico locale efficiente, capillare, a zero emissioni».

A Firenze e parte della provincia, da oggi al 12 gennaio, è stato emanato il blocco dei mezzi più inquinanti, fino a diesel euro 3. Devono, invece, fermarsi anche i veicoli diesel euro 4 a Padova, Treviso, Venezia, Rovigo, Vicenza. Proprio in Veneto, il governatore Luca Zaia ha rigettato le polemiche sui Panevin, i falò tradizionali del 6 gennaio, sollevate dalla consigliera regionale di opposizione Cristina Guarda: «Dire che l’aumento delle polveri sottili sia colpa del Panevin – ha dichiarato Zaia – è eccessivo. Se avesse piovuto non avremmo questo problema. È un fenomeno che si ripete ogni anno. Ogni anno scatta la polemica sui Panevin, ma vorrei ricordare che sono promossi da associazioni di volontariato e rappresentano un elemento di identità per il Veneto».

In Lombardia, nonostante livelli di smog ancora alti, la Regione, a guida leghista, ha deciso di revocare per la giornata di oggi le misure di limitazione della circolazione dei veicoli più inquinanti in seguito alla convocazione di uno sciopero regionale del settore ferroviario. Per ridurre lo smog, la Coldiretti propone di aumentare parchi e giardini, pubblici e privati, «perché le aree verdi “mangiano” le micropolveri». Un ettaro di piante eliminerebbe in un anno circa 20 chili di polveri e smog. «Non si può continuare a rincorrere le emergenze», conclude l’organizzazione.