Siamo amici e compagni che hanno diviso in passato comuni esperienze nella sinistra. Siamo “anziani”, generazione sessantottina e postsessantottina ancora combattivi. Ci unisce un comune sentire, ma anche un sentimento di smarrimento di fronte alla mancanza di idee e di organizzazione che avvolge la sinistra. Crediamo che tale sensazione sia molto diffusa. Siamo quelli che dicono che il governo Draghi non ci rappresenta. I partiti esistenti risultano un’insufficiente risposta in un mare di aspettative, di bisogni. Prevalgono le divisioni sulla necessità di unità e ascolto reciproco. Ci unisce la voglia di contribuire a invertire questa tendenza che vede prevalere la destra nei valori di riferimento e nella società. Le buone ragioni per collocarsi a sinistra non mancano: dall’economia all’organizzazione della società, ai valori culturali contrari al pensiero del liberismo (il primato di economia e mercato senza regole) e dell’individualismo prevalenti. Contenuti come uguaglianza, tutele collettive ed in particolare la Sanità, ambiente, lavoro socialmente utile, argine alla precarietà vanno recuperati nella loro interezza. Noi apparteniamo alle generazioni che hanno pensato “un altro mondo è possibile” e che si sono mobilitate per questo.

In questi mesi in molti hanno lanciato messaggi d’urgenza per un’unità di quella parte della sinistra che si sente orfana di una rappresentanza efficace. Questa lettera quindi è un ulteriore lancio del sasso nello stagno e si associa agli altri appelli che vanno nella stessa direzione.

Non ci serve il classico “partito”che nasce a tavolino con i suoi rituali e le sue logiche costruito da “volenterosi” militanti o dirigenti. Una maniera nuova di stare insieme presuppone pure modi innovativi, originali, fantasiosi di pensare e di agire.

Chiediamo per questo a chi ha particolari responsabilità in partiti, movimenti (Sinistra italiana, Articolo Uno, Rifondazione, Pd, Potere al popolo, ecc.) e associazioni (Arci, Legambiente, comitati di quartiere, ecc.) di promuovere momenti di incontro che siano un cantiere per una nuova federazione della sinistra in modo da indicare e proporre soluzioni alle tematiche sociali,  dando  punti di riferimento “di sinistra” e non lasciando alla destra sociale spazio alla gestione populista del malcontento. Essenziale è la presenza nei quartieri, nei luoghi sociali fisici, nei luoghi di lavoro, essere all’interno della società. La sinistra del presente e del futuro deve essere plurale nei suoi riferimenti e nelle sue culture di provenienza.

 

Pandemia e welfare

 La pandemia ci impone di ripensare ancora più in profondità l’organizzazione del “welfare” italiano, europeo e la “questione dei diritti”. La riflessione sull’individuo-soggetto va perciò ricollocata in un’idea (da ripensare) di un nuovo Stato sociale. Si pone qui la ricerca di “un nuovo socialismo” come alternativa ai modelli di vita e di consumo delle società liberal-liberiste. Occorre abituarsi a convivere con tutto ciò che la pandemia significa nello stile di vita di ognuno, nei rapporti sociali mutilati e soprattutto nel dibattito pubblico. Niente è più come prima. Molti nodi vengono al pettine. E’ il momento di discutere dell’ammodernamento di cui l’Italia necessita: bisogna rompere il giogo del ricatto degli interessi finanziari e di un fisco iniquo. Il conflitto governo-Regioni sul che fare di fronte al virus è stato un esempio inquietante.

Così come la burocrazia asfissiante e la corruzione che hanno ritardato ogni atto di gestione (pensiamo al meccanismo infernale dei “ristori”). La privatizzazione e i tagli della sanità si sono sentiti con i loro effetti devastanti nel momento dell’emergenza sanitaria. Sanità, Fisco, Pubblica Amministrazione, Giustizia, Parità di genere e tanto altro sono argomenti che devono essere affrontati con una visione che solo una rinnovata sinistra può garantire giusta ed egualitaria.

 

Il “noi” deve prevalere sugli “io”

L’attuale politica si preoccupa di combattere l’emergenza sanitaria  a piccole dosi, per superare l’impasse, ma evita di affrontare la crisi che  la coinvolge in toto. Perfino la semplice gestione  corrente degli eventi è impossibile con i metodi del passato; si avvertono i prodromi di una protesta sociale destinata a dilagare se non si propongono grandi obiettivi in cambio dei sacrifici. La contraddizione o salute o economia è devastante, insolubile  con i vecchi ragionamenti come lo è la contraddizione o sicurezza o libertà.

Come pericolose sono le posizioni di coloro che hanno messo al primo posto la tutela delle libertà assolute individuali contro quelle della sanità collettiva. Occorre ristabilire il primato del “noi”, della convivenza solidale sull’”io intoccabile”, su un individualismo che trasforma i cittadini in “consumatori” e “spettatori”. Tutto questo non sarà facile, perché decenni di liberismo (dai tempi di Thatcher e Reagan al livello internazionale, in Italia con il Caimano e la P2) hanno inciso nel profondo.

Serve di conseguenza una aggiornata riflessione sul  rapporto libertà-diritti all’interno della concezione del welfare. Serve quindi un’Europa politica dove non sia solo l’economia a dettare legge. “Non ci si salva da soli” è un antico refrain tornato quanto mai di attualità. Urge perciò un progetto di  “nuovo eco-socialismo” che indichi l’orizzonte di una alternativa agli stili di vita e di consumo della società liberal/liberista. Chiediamo agli intellettuali, a quelli che ci sono vicini, di uscire con chiarezza allo scoperto e di trasformarci tutti in “intellettuali collettivi” come Gramsci invitava nei suoi scritti.

 

Ci auguriamo, infine, che ritrovare un “noi” in un senso comune sia il primo passo per invertire la tendenza alla solitudine contemplativa. Questa esigenza è pure quella di altri documenti, lettere e appelli nei quali ci riconosciamo e di cui condividiamo le migliori intenzioni.

Chi si riconosce in questa nostra lettera può sottoscriverla sulla pagina facebook “Care compagne, cari compagni…”

Emanuela Battisti, Aldo Benfatto, Massimo Bernardini, Roberto Cavallini, Daniele Cini, Famiano Crucianelli, Lorenzo Ellul, Bruno Finocchiaro, Aldo Garzia, Fernando Luciani, Nisio Magni, Fabrizio Magrelli, Maria Cristina Manni, Maurizio Marcelli, Daniela Mariani, Patrizia Mazzoli, Alfredo Pandolfi, Enrico Pandolfi, Mauro Pannunzi, Stefania Pasimeni, Massimo Poscia, Luisa Ramundo, Paola Rangeri, Massimo Sandri,  Alessandro Savi, Domenico Scacchi, Claudio Treves, Angioletto Usai.