Un po’ come la Brexit, la vicenda Alitalia sembra non avere mai fine tanto da non escludere capovolgimenti completi a breve. Ieri una componente della maggioranza di governo – Leu – con Stefano Fassina rilanciava «una fase di gestione pubblica temporanea dell’azienda». Una proposta che, sebbene in altri termini, molti esponenti del M5s – a partire dalla senatrice ex hostess Giulia Lupo – avevano caldeggiato.
La premessa di Fassina è incontrovertibile: «Su Alitalia il quadro si aggrava di giorno in giorno, non possiamo più aspettare: temiamo che, per disperazione, il governo si rassegni ad accogliere il piano industriale del consorzio Fs, Atlantia e Delta. Un piano che nel migliore dei casi è un “piano biennale di fallimento”, nonostante l’enorme numero di esuberi che prevedrebbe».

Ieri infatti indiscrezioni sul piano Fs parlavano di un ulteriore aumento degli esuberi – arrivati a quota 3mila su 10.500 dipendenti, pari al 28,5 per cento – con una mazzata fortissima sugli addetti di terra che scenderebbero da 1.900 a 1.200, pari al 37 per cento.

NUMERI CHE MANDANO su tutte le furie i sindacati. «Il ministero dello Sviluppo economico smentisca il presunto piano chiede il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito – a noi nessuno ha comunicato nulla in merito e non siamo stati convocati. Si tratterebbe dell’ennesimo piano di mancato sviluppo con tagli al personale ed al costo del lavoro. Qualora questa impostazione fosse confermata ci vedrebbe fermamente contrari. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – continua Cuscito – ci aveva detto che voleva essere l’ultimo a mettere mano ad Alitalia ma noi vorremmo che fosse così per rilanciarla non per chiuderla».

«Da quando è cominciata la vicenda Alitalia, si continuano a dare numeri sui presunti esuberi. Non si può continuare così», dichiara Monica Mascia, segretaria nazionale della Fit-Cisl. «La verità è che fino ad oggi gli esuberi di cui si parla sono solo presunti, visto che non c’è ancora stato un confronto sull’ipotesi di piano industriale» Sui «fantomatici esuberi» la Fit Cisl ricorda che «nel corso degli incontri avuti con l’allora Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, c’era stata data garanzia dell’assorbimento nella nuova Alitalia di tutti i dipendenti, compresi quindi i 1.050 attualmente in cassa integrazione straordinaria.Va da sé che, per quanto ci riguarda, qualora si evidenziasse anche un solo esubero, le soluzioni occupazionali – avverte la Fit Cisl – si dovranno ricercare nell’ambito delle aziende coinvolte nel progetto di rilancio della compagnia di bandiera».

VENERDÌ INVECE I CUB hanno proclamato uno sciopero con presidio al Terminal 1 di Fiumicino contro gli esuberi al grido di «Stramaledetti!».
Il piano Fs è un piano pieno di tagli tanto da assomigliare sinistramente a quello Etihad bocciato dal referendum del 2017. Il costo del lavoro si ridurrebbe di ben 50 milioni l’anno grazie anche ad un taglio dei riposi mensili per tutti i dipendenti che passerebbero da 9 a 8, delle indennità di volo e giornaliere così come degli scatti di anzianità. In più sarebbero tagliate ben 17 rotte attuali e si arriverebbe a soli 109 aeromobili.

SU TUTTA LA VERTENZA però pende l’incertezza più totale. A partire ancora dalla compagine della cordata. Atlantia spinge ancora per far entrare Lufthansa, ma deve convincerla in fretta a mettere mani al portafoglio ed entrare nel capitale perché la proposta di sola «partnership commerciale» è stata bocciata dal governo. Al momento la cordata è composta da Fs e Atlantia con una quota azionaria del 35 per cento, Delta con il 10 per cento e per il resto il ministero dell’Economia.

Patuanelli e commissari però spingono per ridurre i tempi. La proroga richiesta da Fs e Atlantia sarà probabilmente dimezzata rispetto alla richiesta di 8 settimane e sarà subordinata a condizioni». La prima delle quali è che i commissari debbano avere «una interlocuzione diretta e immediata con l’offerente». Il prestito ponte dovrebbe poi essere inferiore alle cifre ipotizzate: non 350-400 milioni ma non più di 200. Sempre che bastino a scavallare l’anno per la disastrata Alitalia, sempre alle prese con tagli.